UNA DERIVA IRRAZIONALE
Difficile da comprendere, per quello che se ne sa, la dinamica che ha portato al fallimento dell’ipotesi di sviluppo innovativo di Passo Rolle. O forse è facile, troppo facile da spiegare. Lorenzo Delladio afferma di non essere riuscito a far capire l’idea di un progetto rivoluzionario che andasse oltre lo sci da discesa come unica forma di turismo invernale. Un progetto concepito all’insegna della condivisione, con una connotazione ambientale e turistica, si schianta contro resistenze che portano a dire con rammarico a chi ha avuto l’iniziativa come le premesse non sussistano più. La proposta mirava alla destagionalizzazione e a unire sci alpino con gli altri sport outdoor di montagna, sia estivi sia invernali.
Non è il primo, e temiamo nemmeno l’ultimo, dei progetti inediti che naufragano in Trentino, infrangendosi contro le resistenze e le difese di un sistema bloccato nel pensiero e nell’azione. La competitività passa anche dal territorio ma dove è maggiore lo scarto tra capacità e opportunità, minori risultano i margini di crescita. Risulta perciò irrazionale la deriva che spinge un’iniziativa del genere a fallire sul nascere. Un segnale davvero preoccupante per ogni ipotesi di avvenire possibile. Se qualcuno vi chiedesse se preferite l’esame di realtà che porta a constatare qual è effettivamente la situazione, o l’illusione che stia in modo ottimale, cosa direste? Intuitivamente penso che scegliereste la prima opzione, come farebbero quasi tutti. Ma non è così che ci comportiamo nella vita di ogni giorno, com’è accaduto per il passo Rolle: in buona parte dei casi, infatti, seguiamo l’aspettativa crescente di come vorremmo che le vicende andassero e prendiamo le distanze fino alla negazione di come realmente vanno. Tale riflessione ci porta dentro il contributo che l’economia comportamentale sta dando alla comprensione delle nostre azioni. Sono molti gli aspetti che abbiamo capito riguardo alle violazioni della razionalità nei nostri comportamenti, dalla propensione alla conferma, dalla sopravvalutazione delle capacità, all’effetto attrazione che influenza le decisioni. Si aggiunge ora, a quanto già sapevamo, il premio Nobel per l’economia 2017 Richard Thaler, che ha fornito un contributo a comprendere i limiti della nostra mente nelle scelte e nelle decisioni, in particolare in campo finanziario, e ha dato un’altra spallata all’impianto dell’economia neoclassica, pur rispettandone la storia e il valore. Non sarebbe male impararne la lezione.