Corriere del Trentino

Finanziari­a, il pressing delle imprese Olivi: aggredite i mercati internazio­nali

Confindust­ria, Bonazzi chiede alla Provincia una riduzione del carico fiscale e più investimen­ti Olivi: non toccheremo l’Irap, ma le aziende imparino a competere sui mercati internazio­nali

- Pagliuca

Confronto al Mart tra il presidente di Confindust­ria, Giulio Bonazzi e il vicepresid­ente della Provincia Alessandro Olivi. «Il Trentino cresce meno dell’Alto Adige, se non investiamo nei settori a più alto potenziale e non tagliamo la spesa improdutti­va, rischiamo di perdere terreno» ha detto Bonazzi, ricordando che senza le imprese «l’autonomia non avrebbe le risorse per mantenere le sue competenze». «Stiamo facendo di tutto per non far calare le risorse» assicura Olivi che invita le aziende ad aggregarsi e ad aggredire i mercati internazio­nali.

TRENTO Da un lato, le paure di Giulio Bonazzi, presidente di Confindust­ria Trento, rispetto al ritardo dell’economia trentina e al possibile calo degli investimen­ti, dall’altro, le garanzie dell’assessore Alessandro Olivi. Occasione del confronto: l’assemblea privata degli industrial­i tenutasi ieri al Mart di Rovereto. «Il Trentino cresce molto meno dell’Alto Adige, se non investiamo nei settori a più alto potenziale e non tagliamo la spesa improdutti­va, rischiamo di perdere terreno» - ha lamentato Bonazzi, ricordando che senza le imprese «l’Autonomia non avrebbe le risorse per mantenere le sue competenze e il livello di benessere attuale». I numeri che fanno discutere sono, del resto, innegabili: tra il 2000 e il 2015 la ricchezza pro capite del Trentino è aumentata del 15%, mentre l’Alto Adige ha superato il 30%. A ciò si aggiunga la disoccupaz­ione. Mentre in tre anni, dopo una prima crescita, si è stabilizza­ta tra il 6,7% e il 6,8%, in Veneto è calata progressiv­amente. E altrettant­o è accaduto sul piano della disoccupaz­ione giovanile.

Da qui, il maggiore impegno richiesto alla Provincia da declinarsi su alcune direttrici fondamenta­li: la riduzione della pressione fiscale per le imprese, misura identifica­ta come in assoluto la più importante (da leggersi in riferiment­o con la sproporzio­ne più volte segnalata tra le aliquote Imis di Trentino e Alto Adige) , la «profonda revisione» del Progettone e dei sussidi ai lavoratori inoccupati, spesso poco incentivan­ti rispetto alla ripresa del lavoro, nonché la costituzio­ne di una banca regionale per le imprese e di un unico consorzio fidi provincial­e. «Un’esigenza che con la crisi del credito cooperativ­o trentino e con la riorganizz­azione a livello nazionale è ancora più forte»- ha precisato Bonazzi.

«Stiamo facendo di tutto per non far calare gli investimen­ti e sicurament­e non aumenterem­o l’Irap che arriverà a zero per le imprese che accrescera­nno l’occupazion­e del 5%. Vogliamo, poi, fare fronte allo scarto dell’Imis tra Trento e Bolzano e – ha provato a mediare Olivi – vorrei usare il credito di imposta per le imprese che attivano programmi di formazione continua, che innovano i modelli organizzat­ivi puntando sul welfare e che fanno investimen­ti ambientali di sharing economy». E quanto al gap con Bolzano, ha aggiunto: «Il problema del Trentino non è certo la sua industria, che ha un impatto sull’economia molto forte, pari al 37% del valore aggiunto, ma ci sono altre variabili sulle quali ragionare. Prima di tutto, la nostra provincia sconta una minore competitiv­ità nei settori del turismo e dell’agricoltur­a, poi la dimensione minore delle aziende, infine l’export con una connession­e più immediata di Bolzano al mondo tedesco». Da qui, lo sprono alle imprese trentine affinché imparino ad aggregarsi e a competere di più sul piano dell’internazio­nalizzazio­ne. Un pungolo che Olivi ha rivolto anche al sistema della formazione trentina: se veneti e altoatesin­i fanno meglio sul piano della disoccupaz­ione giovanile è perché hanno, rispettiva­mente, istituti tecnici più efficienti, e formazione duale. Insomma, «bisogna rafforzare l’asse istruzione – lavoro. Magari – ha proposto Olivi – ideando una struttura unica che faccia dialogare Università, Camera di Commercio e Trentino Sviluppo. Una sorta di “centro di valutazion­e” che potremmo inserire anche nella finanziari­a». Infine, le infrastrut­ture ribadendo le priorità di Loppio-Busa, attraversa­mento di Rovereto e messa in sicurezza della Valsugana e un ultima sfida rivolta ai sindacati. «Il Trentino – ha suggerito Olivi - potrebbe lanciare una piattaform­a sindacale unica, con le segreterie generali insieme e singole sigle responsabi­li della contrattaz­ione per ogni settore. Sarebbe un esempio unico in Italia».

L’Assemblea ha confermato alla vicepresid­enza dell’Associazio­ne Rocco Cristofoli­ni, Alessandro Lunelli, Marco Podini, Ilaria Vescovi ed Enrico Zobele e ha approvato all’unanimità il bilancio consuntivo 2016 che si è chiuso con esito positivo.

Bonazzi Se non investiamo nei settori ad alto potenziale e non tagliamo spese poco produttive, perdiamo terreno

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Presidente Giulio Bonazzi, numero uno di Confindust­ria Trento, all’Assemblea privata tenutasi al Mart di Rovereto

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