«Pronti a mettere a disposizione la nostra esperienza»
Widmann tende la mano. Manica: «No a false promesse». Fugatti: grande occasione
I referendum in Veneto e in Lombardia hanno catalizzato l’attenzione delle forze politiche anche in regione. Molte le reazioni all’esito delle consultazioni.
«Responsabilità è la parola simbolo dei referendum: quella dei cittadini, che si sono recati numerosi alle urne» è il commento del presidente del consiglio regionale, Thomas Widmann. Che assicura disponibilità ai colleghi veneti e lombardi per condividere «l’esperienza acquisita in settant’anni della nostra Autonomia speciale. La vittoria inconfutabile del “sì” evidenza come siano stati compresi dai cittadini i vantaggi di politiche che nascono sul territorio per il territorio». Soddisfatto anche il vicepresidente Lorenzo Ossanna: «Anche la nostra Autonomia, che pur si distingue dalle altre per ragioni storiche e per configurazione istituzionale, non può che trarre vantaggio da un sistema che riconosce i meriti dei territori ben amministrati».
Guarda avanti il gruppo consiliare dell’Upt: «Noi, che con Lombardia e Veneto abbiamo già stretti rapporti di pendolarismo lavorativo e studentesco, condivisione di ambiti turistici come il Garda, le Dolomiti, dobbiamo essere anche a livello istituzionale e morale non semplici spettatori ma interlocutori, nelle fasi che seguiranno nel lungo cammino e nelle trattative che attendono ora le comunità del Veneto e della Lombardia».
Punta l’attenzione sull’affluenza anche il capogruppo pd Alessio Manica. «Milioni di cittadini si sono recati alle urne per esprimere il proprio voto in merito ad una questione relativa all’autonomia dei propri territori, e questo è un fatto di per sé positivo» osserva Manica. Che avverte: «Ora serve però responsabilità, sia a livello statale che regionale, e realismo: non si può ingannare l’elettorato con false promesse, e non si possono nemmeno confondere le rivendicazioni politiche con processi normativi e costituzionali».
Parla di «grande occasione per il Trentino» infine il segretario della Lega Maurizio Fugatti: «L’autonomia trentina viene vista come modello di riferimento da parte di quei territori che chiedono maggiori livelli di autogoverno. Essendo appunto un modello al quale ambiscono anche altre Regioni diventa più difficile da parte del centralismo romano metterla in discussione».