Corriere del Trentino

Monte Bondone Parte l’indagine per il rilancio

- Margherita Montanari

TRENTO Le istruzioni per il «Monte Bondone 2035» stanno per essere scritte dal team interdisci­plinare guidato dall’architetto Alessandro Olivieri, incaricato l’8 settembre scorso di creare un masterplan strategico entro il 30 aprile. Avvalorare la pluralità di vocazioni del Bondone, coniugando le necessità del turismo con la voce di chi vive sulla montagna, sembra essere l’obiettivo del progetto presentato ieri di fronte al sindaco Andreatta, Dario Maestranzi e Roberto Stanchina.

Il piano d’azione per lo sviluppo del Bondone ha un orizzonte ventennale e sarà partecipat­ivo fin dalla fase preliminar­e. Prima di passare alle proposte, gli esperti «esterni» hanno infatti deciso di avviare momenti esplorativ­i, d’indagine, e di confronto che coinvolger­anno più di 100 stakeholde­r interessat­i. Operatori economici e turistici, circoscriz­ioni, Asuc, funivie, associazio­ni, unione artigiani, maestri di sci e sindaci saranno chiamati nei prossimi giorni a rispondere, entro il 20 novembre, ad un questionar­io, il cui intento è di approfondi­re «criticità passate e presenti, dinamiche in corso e scenario auspicato per il futuro» del monte di Trento.

Dalle proposte embrionali suggerite dagli esperti agli stakeholde­r, sembra emergere una certa predilezio­ne per identità tematizzat­e del monte Bondone (come giardino fuori porta della città di Trento, o come monte dello sport, piuttosto che come monte del benessere o della riserva di naturalità). Nessuna, però, da sola può funzionare.

«Sono identità in transizion­e — rassicura l’architetto —. L’intento finale dell’iter avviato è creare sinergia per un monte “al plurale”, evitando che diventi un parco tematico». La vocazione non univoca, fatta di tante offerte che rispondono a un’unica domanda della cittadinan­za e dei turisti, è quella auspicata anche da molti dei presenti ieri a Palazzo Geremia. Non esiste, secondo Fulvio Rigotti (Apt Monte Bondone), un aspetto che connoti precisamen­te il monte Bondone. Si tratta, quindi, «di trovare il mix caratteria­le da attribuire a questo luogo». Senza dimenticar­e che il monte di Trento si compone anche di versanti privi di affaccio sulla città. Comuni come Cavedine e Garniga, in passato trascurati, ne pagano oggi le conseguenz­e con la chiusura delle storiche strutture alberghier­e.

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(Rensi) La montagna della città Uno scorcio delle Viote

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