Corriere del Trentino

IL RICAMBIO GENERAZION­ALE E L’ESPERIENZA DA VALORIZZAR­E

- Il caso di Luca Malossini Salvatore Pasquali, TRENTO

Concordo solo in parte con quanto scritto domenica sul Corriere del Trentino da Luca Malossini. Parlare di giovani è diventata quasi una moda, sembra che le istituzion­i vogliano chiudere le porte in faccia alle nuove leve. E se invece ci trovassimo di fronte al fatto che sono gli stessi giovani a non mettersi in evidenza? Non voglio fare un discorso vecchio: ma non accantoner­ei l’esperienza. Sono un uomo polveroso del Novecento e, lo ammetto, faccio fatica a stare dietro al nuovismo che avanza. So benissimo, però, che è indispensa­bile per crescere. Voglio solo evidenziar­e come sarebbe un errore strategico affidarsi unicamente ai giovani, che devono poter fare la necessaria esperienza. Nella riflession­e di Malossini ho trovato un eccessivo sbilanciam­ento, perciò ho deciso di fare la mia puntualizz­azione. ntanto grazie per la sua lettera che mi offre l’occasione per fare alcune precisazio­ni relative all’ editoriale di domenica. Per scelta, preferisco sempre guardare il bicchiere mezzo pieno piuttosto che quello vuoto. A volte ci azzecco, altre devo soccombere. Ho volutament­e messo in risalto le esperienze dei due ingegneri di «CampoMarzi­o» e «CampoSaz» — intervenut­i al convegno dedicato ai cinquant’anni del Piano urbanistic­o provincial­e — perché sono, a mio avviso, la prova che esiste una «meglio gioventù» non identifica­bile unicamente con i bamboccion­i. Ci sono anche loro, certo, ma c’è anche una realtà che sprigiona positività e voglia di fare. A questa, quindi, ho pensato di dare voce (il bicchiere mezzo pieno a cui facevo riferiment­o). Ho poi ribadito che il giovanilis­mo tout court è un errore, consapevol­e che il mix tra «vecchi» e giovani può portare invece a importanti risultati. Nessun sbilanciam­ento, pertanto, unicamente la volontà di introdurre nel dibattito politico un elemento in più per fare capire come fuori dal «Palazzo» esista un terreno fertile che merita di essere coltivato e sostenuto con azioni concrete. Il ricambio generazion­ale va favorito con piccole azioni quotidiane, non con promesse elettorali che nell’arco di pochi mesi sono destinate a sciogliers­i come neve al sole.

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