Corriere del Trentino

Le piante per i piccoli spazi Ecco i profumati lillà e ribes

- di Martha Canestrini angolodeig­iardini@gmail.com

Nel 1815 Goethe scrisse 12 poetiche righe su un albero scoperto nel cortile di un convento buddista in Cina: il Ginkgo biloba. Dai ritrovamen­ti dell’epoca preistoric­a sappiamo che cresceva già al tempo dei dinosauri e delle ammoniti: un fossile vivente. Goethe ne ebbe in regalo una piantina, all’epoca un’estrema rarità, da uno dei fratelli Humboldt. Oggi, amici colti regalano un ginkgo al neo-proprietar­io di un giardino, o una magnolia o un acero giapponese. Questi alberi mi paiono tutti capi tribù, ma senza indiani. Perché Goethe non ha scritto una terzina su semplici buoni regalo? O non ha esaltato in giambi i consigli di un bravo maestro giardinier­e? O lodato in rime baciate cespugli a crescita lenta? È dovuto al suo poetizzare se nei giardini di cento metri quadri oggi troviamo un ginkgo; lasciato crescere, potrebbero raggiunger­e 30 metri di altezza e 15 metri di ampiezza.

Cosa invece pianterei in un piccolo giardino? Un’Abelia mosanensis (non accontenta­ndomi delle solite abelie dei vivai; lo cercherei in internet), chiamata abelia coreana, nella sua maturità alta appena due metri. Da giugno a fine luglio si ricopre di fiorellini rosati molto profumati e in autunno è una fiammata gialla, oro, con sfumature marrone castagna. Oppure — mi piacciono allegre stelline in numerosi grappolini di fiori bianchi che si aprono per tutta l’estate — cercherei la Deutzia setchuensi­s, una cinesina; cresce anche nell’ombra chiara. Per amanti di fioriture rosse e copiose, ecco il ribes da fiore, Ribes sanguineum. Sotto i rami ricadenti verso il basso — s’impedisca a chiunque anche all’amato marito o alla moglie di potare — che sfiorano il terreno sia delle deutzie, sia delle abelie o del ribes, sistemerei molte rose di natale, anemoni trilobate, scille, bucaneve e mughetti. La Syringa vulgaris, il lillà per intenderci, regala bellissimi fiori profumati, oltre a questi, però, null’altro: è un arbusto rigido, caccia polloni senza fine, le foglie estive verdastre sono bruttine. Al suo posto potrei sistemare la Syringa meyeri «Palibin», minuta, con copiosi grappolett­i profumati viola chiari. Un altro arbusto profumato, corteccia, foglie, fiori, è il Calycanthu­s floridus, da non scambiare con il Calycanthu­s fertilis, completame­nte inodore; da far crescere dietro una panca in giardino, a portata di naso, per sfregarne le foglie fra le dita, o cogliere anche un fiore, due giri di petali rosso vino. L’odore emanato assomiglia all’aroma dolce-pungente della cantina di mio nonno, dove teneva le mele a maturare. Da tenere a mente: quello che comunement­e è chiamato calicanto e fiorisce profumatis­simo in febbraio, in verità si chiama Chimonanth­us praecox.

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