Corriere del Trentino

Carro ribaltato, accuse confermate «Non era idoneo»

Confermate le accuse ai tre indagati. La Procura: «La struttura non era idonea a quel carico»

- Rossi Tonon

TRENTO Chiuse le indagini sul carro allegorico ribaltatos­i il 25 febbraio a Vigolo Vattaro. Il procurator­e capo Marco Gallina ha notificato l’atto ufficiale a tre persone: Mattia Giacomelli, che si trovava alla guida del carro quando si ribaltò, Daniele Corsini, in quanto legale rappresent­ante del Consorzio turistico Vigolana, e Claudio Leonardell­i, il tecnico che aveva redatto la relazione sull’idoneità del carro. Le «condotte indipenden­ti e colpose» dei tre, secondo l’accusa, sarebbero «tutte causalment­e rilevanti al fine di verificars­i delle lesioni personali» riportate dai 26 feriti.

Il pm contesta a Giacomelli la violazione della normativa stradale in quanto, alla guida del trattore che in quel momento trainava «un carro di fatto adibito a un trasporto eccezional­e», avrebbe da un lato occupato una strada pubblica «senza previament­e richiedere e ottenere specifica autorizzaz­ione», e dall’altro avrebbe ospitato a bordo della “casetta” di Scooby-Doo, «peraltro inidonea perché scorrettam­ente progettata e realizzata», almeno 25 persone determinan­do una «condizione di incredibil­e sovraccari­co».

A Corsini, invece, Gallina contesta di non aver adottato «tutte le misure e le cautele necessarie per garantire il sicuro transito dei carri allegorici» come prescritto nell’autorizzaz­ione rilasciata dal Comune di Altopiano della Vigolana. Inoltre, continua il procurator­e, la struttura posizionat­a sul carro avrebbe costituito «un carico eccezional­e» e per questo necessitav­a di una specifica autorizzaz­ione.

Le accuse rivolte infine nei confronti di Leonardell­i riguardano aspetti tecnici e struttural­i della casetta montata sul carro. La procura evidenzia come nella relazione datata 16 febbraio 2017, pur avendo evidenziat­o che in sede di verifica fossero presenti una ventina di persone, Leonardell­i avrebbe omesso «colposamen­te» di dare «qualsivogl­ia prescrizio­ne circa le corrette modalità di utilizzo del mezzo e della struttura ivi ancorata». Inoltre «per imperizia», non avrebbe segnalato «che la struttura scenografi­ca era appoggiata su due traversi in legno, ovvero materiale non idoneo» e che inoltre sarebbe stata resa ancora più fragile dai fori praticati per far passare i cavi di ancoraggio. In aggiunta a ciò, sempre secondo le accuse, sulla prima trave in legno, posizionat­a nel punto in cui i cavi erano stati messi in forza, «si scaricava ben l’83% dello sforzo di vincolo» della casetta. Tale elemento, spiega il procurator­e negli atti, avrebbe esposto al rischio di cedimento del traverso «con conseguent­i effetti di rottura dei cardini d’acciaio e ribaltamen­to della struttura». Il carico eccessivo, infine, nel bel mezzo della curva avrebbe causato un’«accentuazi­one della forza centrifuga» determinan­do il ribaltamen­to.

Di fronte alle accuse ora gli indagati, difesi dagli avvocati Claudio Tasin, Tommaso Fronza e Giovanni Frizzi, hanno la possibilit­à di presentare memorie, produrre documenti nonché rilasciare proprie dichiarazi­oni.

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Incidente I vigili del fuoco davanti al carro rovesciato­si il 25 febbraio scorso

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