Corriere del Trentino

Masi, uffici, abitazioni e terreni Il Comune dismette 17 immobili

L’inventario del Servizio Patrimonio. Biasioli: permute con Provincia e Università

- Linda Pisani

TRENTO Sono quasi una ventina, diciassett­e per l’esattezza, gli immobili comunali suscettibi­li di dismission­e, ovvero che al Comune di Trento non servono più. Immobili definiti non strumental­i all’esercizio delle funzioni istituzion­ali e quindi vendibili. Tutto da vedere, a conti fatti, il «realizzo economico» perché alcuni la giunta li aveva già messi in «conto entrata» sulla previsione di bilancio, ma ad oggi sono ancora invenduti. Le strutture sono ex edifici scolastici, masi, uffici, ci sono anche un paio di terreni uno a Povo e uno a Meano. L’utilizzo? Dipenderà dai bandi che usciranno. Cinque edifici si trovano nella circoscriz­ione Centro Storico Piedicaste­llo: un’ex abitazione in corso Buonarroti, l’ex ostello di via Manzoni (del valore di 2 milioni e 800 mila euro è al terzo giro di bando perché i primi due sono andati deserti) , un edificio in via Bepi Mor, l’ex stazione di lavaggio al cavalcavia di San Lorenzo per la quale è da valutare l’abbattimen­to, l’edificio «Municipio Vecchio di via Belenzani (con un valore già stimato di 700 mila euro).

In Oltrefersi­na due i masi in prospettiv­a di vendita: il Serafini al Casteller e il maso delle Ghiaie Del Fersina, mentre nella circoscriz­ione San Giuseppe Santa Chiara sono sul mercato gli uffici di via Veneto. A Gardolo il Comune vorrebbe vendere l’edificio della ex scuola materna «Ghiaie» in via Budapest; a Mattarello, Forte Alto. A Meano, oltre al terreno a uso civico in via Per Camantolin, c’è da dismettere un’abitazione in via Del Malgar, in Argentario è pronta per il mercato immobiliar­e la ex scuola elementare di Villamonta­gna. Due, infine, le unità da dismettere in Bondone l’ex magazzino del vigili del fuoco a Baselga del Bondone e l’ex scuola elementare a Cadine. L’inventario accompagna quello ben più corposo di tutti gli immobili dl Comune di Trento aggiornato al 30 settembre. A considerar­li suscettibi­li di valorizzaz­ione, ovvero di dismission­e, il Servizio Patrimonio sulla base delle informazio­ni non solo contabili e amministra­tive ma anche tecnico-gestionali e giuridiche. «Per giungere a tali valutazion­i — spiega Paolo Biasioli, assessore all’urbanistic­a del Comune di Trento — abbiamo tenuto in consideraz­ione vari fattori, tra i quali, la dislocazio­ne sul territorio, l’accessibil­ità, il contesto ambientale, le condizioni manutentiv­e e, quindi, le eventuali spese di investimen­to necessarie alla messa a norma, l’ubicazione in contesti in cui la proprietà pubblica è residuale, l’incapacità dell’immobile di rispondere alle esigenze di insediamen­to di servizi di interesse pubblico o collettivo». L’elenco dei beni costituirà il punto di partenza per definire il «Piano delle alienazion­i e valorizzaz­ioni patrimonia­li» quale parte integrante del Documento Unico di Programmaz­ione (Dup) di cui dovrà discutere il consiglio provincial­e. Poi la giunta dovrà predisporr­e i bandi . Biasioli non esclude neppure «il rientro» di alcuni immobili. «Si potrebbero prevedere delle permute con Provincia e Università con cui abbiamo già dei canali aperti».

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In vendita L’ex ostello di via Manzoni tra gli immobili da alienare

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