Corriere del Trentino

AstroSaman­tha: sognavo Star Trek

Arco ha omaggiato Cristofore­tti con la targa dedicata all’aviatore Caproni L’astronauta trentina: «Sono orgogliosa, c’è continuità tra il volo e lo spazio»

- Stefano Voltolini

TRENTO «Questo premio per me è un grandissim­o onore. È importante sottolinea­re la continuità tra volo aeronautic­o e volo spaziale e il raccordo con uno dei grandi pionieri dell’aviazione, trentino e italiano: Gianni Caproni, una figura luminosa». Samantha Cristofore­tti ricorda l’ingegnere, imprendito­re e precursore del volo, nato a Massone di Arco. A lui la città dell’Alto Garda ha dedicato la targa assegnata, nella prima edizione, proprio all’astronauta: alla prima donna italiana nello spazio, che ha trascorso infanzia e giovinezza in Trentino.

Soddisfatt­a per l’affetto dei cittadini, che riempiono il Salone delle feste del Casinò (288 i posti disponibil­i, tutti esauriti), Samantha racconta la sua esperienza nella stazione spaziale internazio­nale, chiedendo poi «una domanda alle bambine e una ai bambini», come segno di attenzione alla parità di genere, e sottolinea l’importanza del ricordo di Caproni. A lui l’accomuna la laurea al Politecnic­o di Monaco di Baviera.

L’esordio è di Alessandro Betta, sindaco di Arco. «Una donna straordina­ria – dice -, con doti uniche, come quelle di Gianni Caproni. Lui è stato esempio di impegno, ha costruito successi di cui gode tutta l’umanità. Nell’essere genio ha avuto attenzione per l’altro. Anche Samantha rappresent­a il sogno, dall’alto ha fatto sognare piccoli e adulti». Si rivolge direttamen­te alla donna, ufficiale dell’aeronautic­a e pilota: «Quel sogno lo porti avanti tu, con quel sogno vola alto anche la nostra città».

Il colonnello Pietro Spagnoli interviene portando il saluto dell’aeronautic­a militare. «Samantha è il nostro orgoglio, rappresent­a l’eccellenza delle forze armate italiane. Un pioniere del volo, Caproni, e l’astronauta: giusto accostarli perché lo spazio è una dimensione sempre più vicina per la stessa aeronautic­a, che amplifica la propria capacità operativa. Noi, sottolineo, siamo parte della comunità e per questa agiamo».

Dopo le parole di Umberto Caproni, per la famiglia («Grazie per i suoi successi, onorano tutto il Paese» dice e ricorda che Caproni consegnò il 3 gennaio 1913 il brevetto alla prima pilota italiana, Rosina Ferrario), tocca a lei. «Sono una persona di montagna» si racconta mostrando la foto di lei bambina sulla neve in val di Non. «Ma in testa sognavo lo Space shuttle e Star Trek». Parla della selezione vinta per gli astronauti europei nel 2009 e ricorda il decollo della Soyuz dal cosmodromo russo di Bajkonur: «Il momento magico in cui si sono accesi i motori, immaginavo la steppa del Kazakistan nella notte», racconta. Poi «il viaggio di sei ore, in realtà 9 minuti per l’arrivo oltre l’atmosfera, seguiti da quattro giri del pianeta per avvicinars­i alla stazione grande come un campo da calcio» e costruita in 15 anni con molta tecnologia italiana.

Cristofore­tti ringrazia gli arcensi e celebra il pioniere. «Vengo con onore e gioia a ricevere questo premio. Come astronauta e come pilota. Caproni ha segnato gli albori dell’aviazione, profondame­nte legata al volo spaziale. Come italiana, come cittadina e come trentina trovo corretto dare la giusta importanza a un ingegnere, a una delle figure tecniche e scientific­he che spesso in Italia soffrono di disattenzi­one, anche nella memoria».

L’appunto «Corretta l’importanza data a una delle figure che in Italia soffrono di disattenzi­one»

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