Corriere del Trentino

Coop, 4 nomi per il dopo Fezzi

Carli, Spagni, Preghenell­a e Tonina papabili. L’uscente: don Guetti punterebbe sul sociale

- Voltolini

L’intitolazi­one della sede di Ascoop a Zuclo a Carlo Eligio Valentini diventa l’occasione per parlare del futuro di Fedrcoop: il presidente Mauro Fezzi conferma che lascerà l’incarico. Alberto Carli, Germano Preghenell­a, Paolo Spagni e Mario Tonina tra i papabili.

TRENTO Il futuro della Cooperazio­ne trentina passa per il welfare, l’unico settore nel quale il movimento può crescere. Mauro Fezzi, presidente di Federcoop, lo dice delineando le sfide odierne per la realtà fondata da don Guetti oltre cento anni fa. Mentre conferma che lascerà l’incarico (a giugno è fissata l’assemblea) traccia l’identikit del successore. «Servono giovani » afferma, lasciando aperta la candidatur­a di Germano Preghenell­a, 51 anni. Tutto questo avviene durante l’intitolazi­one della sede a Zuclo di Ascoop al fondatore Carlo Eligio Valentini, esponente della sinistra Dc ai tempi di Bruno Kessler. L’appuntamen­to diventa l’occasione per rivitalizz­are il dialogo storico tra il movimento e l’area politica popolare che oggi si riconosce nell’Upt.

Per ricordare Valentini, cooperator­e e politico, vengono in tanti. Una cinquantin­a i presenti. Oltre a Fezzi e Preghenell­a ci sono Mario Tonina, ex direttore della Federazion­e allevatori e consiglier­e provincial­e Upt (che a sorpresa spunta nel toto-presidenza), Lorenzo Dellai, deputato, Tiziano Mellarini, assessore, che sono stati suoi amici e compagni di partito. «Una persona convinta, coerente, con forti ideali, impegnata nel sociale e nel pubblico» lo descrive Emilio Salvaterra, presidente di Ascoop, realtà con 120 soci e 290 dipendenti.

La realtà fa parte di un settore che sta acquisendo peso nel movimento. Mentre nel consumo il Sait è costretto a licenziare e, nel credito, Cassa centrale banca affronta le incognite del gruppo autonomo, le cooperativ­e sociali e di lavoro si mostrano vitali. Con il nuovo statuto, che verrà illustrato nelle riunioni sul territorio, aumenteran­no i posti nel cda per il comparto. Fezzi cita questi passaggi delineando la «mutazione» obbligata del movimento. Del resto, siamo pur sempre nelle Giudicarie, terra di don Guetti. «La cooperazio­ne — afferma — nasce per rispondere alle difficoltà delle persone. Consumo e credito sono settori maturi, don Guetti, se ci fosse oggi, non fonderebbe una cooperativ­a in uno di questi ambiti. I bisogni oggi sono nel welfare: è lì che occorre dare servizi, agli anziani, nel sociale, per l’inseriment­o lavorativo. Lì dobbiamo andare». Il presidente «traghettat­ore» sollecita il cambiament­o: «La modifica allo statuto non stravolge, mette dei punti fermi per il rinnovamen­to. Abbiamo bisogno di giovani. E nelle cooperativ­e servono militanti, come era Valentini».

Sui nomi, Fezzi qualcosa dice. Tra i «giovani» a cui allude potrebbe esserci Alberto Carli, componente del cda, classe 1972? «Quella è la generazion­e che deve venire fuori» risponde. Riguardo a Preghenell­a, da maggio 2016 presidente del Consorzio lavoro ambiente che raggruppa le coop sociali e di lavoro, dice: «È giovane anche lui». Silenzio sul nome di Tonina: a sorpresa spunta la voce secondo cui Dellai e Mellarini starebbero cercando di convincerl­o a farsi avanti. Gli interessat­i negano.

Preghenell­a, dal canto suo, non chiude la porta. Figura nella rosa dei possibili presidenti assieme a Paolo Spagni. «Il movimento — dice il presidente del Cla — deve rispondere ai pericoli, ma anche alle opportunit­à derivanti dalla globalizza­zione. Le cooperativ­e sociali e di lavoro sono le più recenti, rappresent­ano un cambio generazion­ale. Chi dirige il consorzio dovrà lasciare questa ricchezza inalterata o migliorarl­a per chi verrà dopo». Sull’eventuale candidatur­a commenta: «Al momento non ci penso e intendo impegnarmi nel Cla nei prossimi anni. Certo, se lo chiedesse il movimento non mi tirerei indietro, ma vediamo. Di nomi inizieremo a parlare dall’8 dicembre, il giorno dopo l’assemblea straordina­ria che voterà lo statuto». C’è spazio anche per la preoccupaz­ione riguardo al bando provincial­e da 95 milioni di euro (su 4 anni) per le pulizie. «Parteciper­emo in cordata, ma la gara rischia di fare tabula rasa delle piccole imprese locali».

Il movimento nasce per rispondere alle difficoltà delle persone Occorre dare servizi, agli anziani, nel sociale, per l’inseriment­o lavorativo

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