Corriere del Trentino

SELEZIONE DA VALUTARE

- Di Simone Casalini

Il Rosatellum bis — oltre a confermare l’infelice tradizione lessicale, emblema di sciatteria politica — apre una sfida interessan­te in Trentino-Alto Adige dove, a differenza del resto del Paese, la quota maggiorita­ria sopravanza quella proporzion­ale. Consideran­do che proprio sul proporzion­ale è stata confermata l’opzione a favore dei listini bloccati, l’elettore regionale potrà esercitare una scelta parzialmen­te più libera perché sull’uninominal­e i candidati prima e gli eletti poi saranno spinti a coltivare un rapporto stretto con il collegio.

L’impianto complessiv­o della riforma appare un modesto compromess­o — in nessun Paese come l’Italia la legge elettorale si è trasformat­a da strumento a fine con continui cambiament­i di assetti e filosofie — e non garantisce la certezza di un vincitore, rischiando (o cercando) una riedizione delle larghe intese. La negoziazio­ne per il Trentino-Alto Adige, però, offre in linea di principio qualche segnale positivo, ma con la pecca non secondaria di limitare (soprattutt­o al Senato) le chance di successo delle opposizion­i e dei movimenti outsider. Un oggettivo vulnus democratic­o.

Ora la legge elettorale va interpreta­ta politicame­nte. La riproposiz­ione dei listini bloccati sulla Camera (in regione 5 deputati su 11 saranno eletti così, uno solo nel Senato) abbinata alla crisi di legittimit­à dei partiti suggerisce, per esempio, l’apertura di percorsi di selezione dei candidati partecipat­i e inediti (non necessaria­mente le primarie) per evitare bocciature alle urne. Ciò significa che la composizio­ne delle candidatur­e non può essere solo l’esito di una contrattaz­ione tra segreterie politiche.

L’uninominal­e avrà poi l’effetto di rafforzare la spinta coaliziona­le già contenuta nella legge. Il centrosini­stra autonomist­a ha una sua specificit­à che, per certi versi, lo metterà al riparo dalla deriva nazionale del Pd, destinato a essere baricentro di sé stesso se non avanzerà l’ipotesi di un differente candidato alla presidenza del Consiglio. Per la coalizione al governo in sede locale potrebbe essere l’occasione di un rilancio di contenuti e progettual­ità da più parti sollecitat­o: la rappresent­anza non è un terreno secondario dove ricostitui­re il politico. Un discorso quasi a rovescio veste il centrodest­ra, lanciato sul piano nazionale e ripiegato in quello locale. In questo scenario il Movimento 5 stelle, da primo partito nazionale, si ripropone come forza antisistem­a pronta a capitalizz­are gli errori altrui. E la scelta dei rappresent­anti potrebbe sovvertire le previsioni degli avversari.

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