L’Anpi ricorda l’omicidio di Innerhofer
Contro la marcia di Forza Nuova. Cossali: «La Carta non è reperto da museo»
TRENTO Alla mobilitazione nazionale antifascista promossa dall’Anpi nazionale contro la «marcia su Roma» annunciata da Forza Nuova ha aderito ieri anche l’Anpi Trentino, ricordando la figura di Franz Innerhofer. Maestro tedesco, fu ucciso a Bolzano nella primavera del 1921 dagli stessi fascisti che un anno dopo presero parte alla «marcia su Roma».
«Si è trattato di un’uccisione squadristica che per la nostra terra è stata un tragico segnale», spiega Mario Cossali, presidente di Anpi Trentino. «In un simile momento storico non possiamo permetterci alcun oblio — continua — Dobbiamo resistere al diffondersi del nuovo fascismo». Il riferimento è alla provocazione di Forza Nuova, fortunatamente respinta dalle istituzioni. In tutta Italia si è assistito ieri ad una moltitudine di eventi e manifestazioni contro la rinascita dei fascismi e a difesa della Costituzione.
A Trento, in particolare, si è deciso di riflettere su un fatto della storia regionale, «spesso censurato e riposto nell’oblio». Il 24 aprile 1921, fu assassinato a Bolzano Franz Innerhofer, maestro di scuola, dirigente di una banda musicale e giornalista. Se n’è discusso con Giorgio Mezzalira, storico di Bolzano. Gli squadristi responsabili dell’omicidio erano capeggiati da Achille Starace, Francesco Giunta, Roberto Farinacci e Alberto De Stefani. «Non sono stati personaggi di seconda linea del fascismo ad operare — ricorda lo storico — Si è trattamente to di un’espressione violenta e radicale del fascismo».
«Gli eventi del 1921 rappresentano un’anticipazione del crescendo di violenza politica e della progressiva affermazione del fascismo», spiega Giorgio Mezzalira. Poco tempo dopo, infatti, attraverso la marcia su Roma del 28 ottobre 1922, i fascisti riuscirono definitiva- ad appropriarsi del potere. «Nel 1921 Mussolini fece dell’Alto Adige il suo cavallo di battaglia». «Oltre 100.000 intrusi (ovvero i tedeschi) sono sopraggiunti a inquinare la nostra razza. Noi li spazzeremo e faremo di tutto per italianizzare la Regione», così si pronunciava Mussolini nel 1921.
«Simili parole ci fanno rabbrividire, soprattutto alla luce delle nuove espressioni fasciste e razziste che si diffondono attualmente nel nostro Paese». «Non possiamo permetterci di far piombare la nostra memoria nell’oblio — dichiara Mario Cossali — Dobbiamo difendere la Costituzione, non interpretarla come un reperto museale».