Corriere del Trentino

Contratto sanità, sindacati divisi Uil e Nursing up lasciano il tavolo

Enti locali, incontro con Ugo Rossi. I segretari: «Aperture positive»

- Erica Ferro

TRENTO Giornata di trattative, quella di ieri, fra sindacati e Provincia. E se l’incontro pomeridian­o durante il quale il presidente Ugo Rossi ha illustrato la finanziari­a che sarà presto approvata viene giudicato in maniera positiva da Cgil, Cisl e Fenalt, in sede Apran rimane alta la tensione per la trattativa sul contratto del comparto sanità: Uil e Nursing up abbandonan­o il tavolo della contrattaz­ione e fra le sigle sindacali parte (o per meglio dire continua) il fuoco incrociato.

Le parti sembrava avessero trovato la quadra a febbraio, quando tutte avevano deciso di firmare l’accordo stralcio per il contratto del comparto della sanità, chiudendo la contrattaz­ione economica per spostare l’attenzione su quella normativa. Il fronte sindacale, tuttavia, è ben lungi dal ritrovare la compattezz­a: se il segretario generale della Funzione pubblica Cgil Giampaolo Mastrogius­eppe rivendica «la definizion­e di un’ulteriore fascia economica per tutto il personale del comparto sanità e la distribuzi­one di una somma una-tantum a tutti, utilizzand­o le risorse accantonat­e e non distribuit­e, relative anche al fondo per il lavoro accessorio, circa 4,5 milioni di euro», Cesare Hoffer (Nursing up) e Ettore Tabarelli (Uil Fpl) denunciano il «mancato riscontro da parte di Apran» rispetto alle istanze da loro portate nella riunione di venti giorni fa (dall’incremento dell’indennità sui tre turni di 2 euro giornalier­i al rimborso parziale della quota di iscrizione ai collegi), motivando in questo modo l’abbandono della trattativa. «I lavoratori rischiano di restare con un contratto monco» sottolinea il segretario della Cisl Fp Giuseppe Pallanch. Se a fronte dell’assenza della maggioranz­a i lavori in Apran sono stati sospesi, è andata un po’ meglio, almeno dal punto di vista sindacale, l’incontro del pomeriggio con i vertici provincial­i.

«Moderatame­nte soddisfatt­o» si dice Mastrogius­eppe, di «incontro positivo» parla Maurizio Valentinot­ti (Fenalt), spiega di aver «apprezzato» le aperture di Rossi su diversi temi Pallanch. Le cronache sindacali riportano, infatti, la disponibil­ità della Provincia a ragionare sull’istituzion­e di un fondo per le progressio­ni, a discutere dell’ipotesi di superare gli attuali parametri per giungere a uno sblocco del turnover e per stabilizza­re i precari, con un occhio di riguardo per quelli delle case di riposo che, come riportano Valentinot­ti e Pallanch, «sono almeno 800». Sempre a proposito di Apsp, i sindacati chiedono — e riscontran­o un’apertura — di rivedere i parametri assistente assistito: «Adesso c’è un operatore socio-sanitario ogni 2,3 posti letto — spiega Pallanch — ridurlo almeno a uno ogni due andrebbe nell’ottica di una progressiv­a stabilizza­zione del personale». Personale, quello degli enti pubblici, che secondo i dati del segretario della Cisl Fp ha assistito «tra il 2013 e il 2015 a un calo delle assunzioni a tempo indetermin­ato del 2,1% a fronte di una crescita dello 0,8% in Alto Adige». «Non ci illudiamo — conclude tuttavia Valentinot­ti — abbiamo riscontrat­o la comprensio­ne dei problemi, vedremo se sarà tradotta anche nei contenuti».

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