SPORT TRENTINO IN SALITA MA IL FUTURO NON È NERO
Mi pare esagerato il suo pessimismo. In primo luogo, dobbiamo ricordare che ogni disciplina sportiva è fatta di cicli e questi non possono durare in eterno. Si tratta di capire quando è il momento di voltare pagina e ripartire. L’Aquila non è a fine ciclo. Dopo lo splendido campionato dell’anno scorso ha mantenuto l’ossatura base ma ha cambiato dei ruoli chiave, quindi è necessario avere pazienza. Intanto la vittoria di sabato su Reggio Emilia ha portato un po’ di buon umore. Per la Diatec, forse, il campionato sarà meno facile rispetto al recente passato. Anche qui, si deve lasciare a Lorenzetti il tempo di plasmare un sestetto nuovo. E anche qui ci vorrà pazienza. Vedremo come si comporterà anche il pubblico, perché tifare quando va tutto bene è facile, meno quando il cammino si presenta tortuoso. Comunque, la vittoria di sabato, pur non brillantissima stando alle cronache, è di quelle che fanno morale e aiutano a lavorare bene durante la settimana. Sul Calcio Trento c’è ben poco da dire, parlano i risultati anche se ieri la squadra, in dieci uomini, ha imposto il pari alla capolista (ora ex) Darfo Boario. Probabilmente erano troppe le aspettative che hanno accompagnato la squadra nel ritorno in serie D e l’organico a disposizione di Vecchiato presenta evidenti lacune tecniche. Per un Trento che arranca, a ogni modo, c’è un Levico che si prende meritatamente la copertina. I termali stanno facendo sino a oggi un campionato di levatura, con un organico messo in piedi in dieci giorni. E qui c’è la dimostrazione che se hai le persone giuste al posto giusto (vedi il ds Ferrarese e il tecnico Manfioletti) nulla è impossibile. Sono proprio la professionalità, lo spirito di abnegazione, i passi ponderati che hanno contribuito a fare grande lo sport trentino. Una caratteristica che esiste ancora e che deve quindi renderci più ottimisti verso il futuro.