Fim-Fiom, lo scontro non accenna a placarsi
«La categoria guidata da Terragnolo rincorre l’ideologia dei sindacati di base»
TRENTO Continua il botta e risposta nel settore metalmeccanico fra Fiom Cgil e Fim Cisl. Dopo che nell’edizione domenicale dei quotidiani locali Fiom ha ribadito le sue posizioni sul contratto delle tute blu artigiane (acquistando pagine di pubblicità), condannando inoltre in una nota la decisione Fim di uscire dal «Patto sulla democrazia nei luoghi di lavoro» del 2011, ieri i metalmeccanici della Cisl son tornati a replicare, giudicando l’atteggiamento attuale della Fiom meno orientato a «rapporti responsabili con Fim e Uilm», per «rincorrere l’ideologia dei sindacati di base».
«I colleghi della Fiom e i lavoratori trentini non hanno nulla da temere: nessuna intenzione di venir meno alle buone prassi territoriali, ma nelle relazioni oltre alle regole serve coerenza, onestà e rispetto». «Con la firma dell’accordo del 2011 abbiamo rinunciato per anni a nominare nelle fabbriche d’ufficio le proprie Rsu quando le regole lo avrebbero consentito, (allora la Fiom, non risultando firmataria del contratto nazionale, non aveva diritto un terzo dei seggi delle rappresentanza sindacali nelle aziende). Quella rinuncia, per noi estremamente onerosa e svantaggiosa, ma coerente con le prassi del territorio e con i nostri orientamenti, costituiva una delle premesse fondamentali alla base di quell’accordo, ormai superato dalle regole nazionali che hanno recepito il principio dell’elezione dei rappresentanti sindacali con sistema proporzionale». L’accordo «a distanza di 6 anni va quantomeno aggiornato» scrive la segreteria Fim, con il segretario Luciano Remorini, Paolo Cagol e Luigi Zoller.
«Serve poi una onesta volontà di costruire rapporti unitari, che in questa fase non intravediamo nella Fiom — continua la Fim Cisl —. In Dana abbiamo offerto la possibilità di condividere un percorso unitario per il rinnovo del contratto interno, chiedendo prima di escludere la clausola di boicottaggio degli artigiani», «ma niente da fare».
La Fiom però «non ha nessun problema a firmare quella stessa piattaforma con il sindacato di base Usb», che ha però preteso di non fare riferimento al «patto sulla democrazia 2011» ed è stata accontentata. «Curiosa questa flessibilità e disponibilità nei confronti dei sindacati di base e le rigidità nei nostri confronti — afferma la Fim Cisl —, probabilmente le continue fuoriuscite di militanti e dirigenti Fiom in molti territori verso i sindacati di base dopo la firma del Ccnl, stanno riorientando le priorità della categoria, dal ricostruire rapporti responsabili con Fim e Uilm, a rincorrere l’ideologia populista e propagandista dei sindacati di base. Curioso anche che la disdetta dello stesso accordo effettuata già a inizio 2012 dalla Uilm del Trentino, non abbia sollevato le stesse ire e preoccupazioni della Fiom. Vorremmo capire dunque qual è il metro di misura con cui veniamo giudicati dai nostri colleghi» «Venendo al merito — chiude Fim — confermiamo la decisione di sospendere (non disdettare, per il momento) l’accordo territoriale».