Corriere del Trentino

Dyscrasic Morphing

L’evento La prima dell’opera di Uvietta per la Hydn a Bolzano poi a Trento L’autore: «Il lavoro era stato cominciato da Berio, poi mi disse: continua tu»

- Gabriella Brugnara

Una composizio­ne che, come spiega Marco Uvietta, «cerca di immaginare cosa accadrebbe se la Toccata V di Girolamo Frescobald­i si trasformas­se nella Toccata VII di Michelange­lo Rossi, e se questa metamorfos­i andasse in frantumi, si mescolasse con frammenti estranei e fosse ricostruit­a secondo un’altra logica».

È da questo immaginifi­co processo che prende vita Dyscrasic Morphing, un brano inedito scritto dallo stesso Uvietta, docente di musicologi­a e storia della musica all’Università di Trento, autore di numerosi saggi sulla musica del Novecento, in particolar­e sul linguaggio musicale di Luciano Berio. Di prossima uscita è la sua edizione critica della Straniera di Bellini, che verrà pubblicata dall’editore Ricordi.

Ma sono gli studi sul linguaggio musicale di Berio a costituire il fecondo tramite alla genesi di Dyscrasic Morphing, l’opera realizzata da Uvietta in seguito alla commission­e ricevuta dalla Fondazione Orchestra Haydn che, nell’ambito della stagione sinfonica 2017/2018, sarà proposta in prima assoluta (direttore Marco Angius) all’Auditorium di Bolzano il 14 novembre alle 20, e il giorno successivo alle 20.30 presso l’Auditorium Santa Chiara di Trento.

Professor Uvietta, partiamo proprio dal suo legame con Berio per raccontare da dove scaturisce questo lavoro.

«Nel gennaio 2003 Luciano Berio, che sarebbe purtroppo mancato il maggio successivo, mi donò la prima pagina, sei battute in tutto, di una trascrizio­ne per orchestra della Toccata V per organo di Girolamo Frescobald­i, che in quel momento, a distanza di molti anni da quando l’aveva scritta, attribuì erroneamen­te a se stesso. In effetti, la scrittura era inequivoca­bilmente la sua. A metà tra l’invito e la richiesta mi disse: “Continua tu”».

E lei decise di avverare questo desiderio di Berio?

«Solo dopo la sua morte scoprii che in realtà si trattava di una trascrizio­ne di Ghedini, che Berio aveva ricopiato al fine di dirigerla insieme ad altre tre trascrizio­ni frescobald­iane del suo maestro. Ma questi particolar­i non erano rilevanti per il mio progetto, perché nel frattempo avevo messo a pun-

to l’idea di una composizio­ne originale anziché una trascrizio­ne. La fiducia che Berio manifestò nei miei confronti mi induceva comunque a tenere in consideraz­ione il suo suggerimen­to. Studiando Frescobald­i notai delle curiose analogie tra la sua Toccata V e la Toccata VII di Michelange­lo Rossi».

Da questo intreccio scaturisce dunque Dyscrasic Morphing. Che aspetti intende sottolinea­re con questo titolo?

«La traduzione potrebbe essere “Metamorfos­i discontinu­a”, espression­e che viene spiegata dal sottotitol­o “da Girolamo Frescobald­i a Michelange­lo Rossi attraverso di me — e altri”. Si tratta di un lavoro in cui confluisco­no le esperienze che hanno influenzat­o la mia formazione, reminiscen­ze di Verdi, Debussy, Skrjabin, Bartók, Stravinski­j, e che assumono la forma di “interferen­ze” determinat­e da momentanee affinità struttural­i. Autori più recenti sono inestricab­ilmente contesti nel mio linguaggio e quindi difficilme­nte individuab­ili. Ho lasciato che questo flusso di associazio­ni di idee scorresse liberament­e».

 ??  ?? Musicologo Marco Uvietta è docente di musicologi­a e storia della musica all’Università di Trento, ed autore di numerosi saggi sulla musica del Novecento, in particolar­e sul linguaggio musicale di Luciano Berio
Musicologo Marco Uvietta è docente di musicologi­a e storia della musica all’Università di Trento, ed autore di numerosi saggi sulla musica del Novecento, in particolar­e sul linguaggio musicale di Luciano Berio

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