Impianti, Rossi divide i sindaci
Lavarone: dismissioni, che sciocchezza. Levico spiazzato. Brentonico tende la mano
La norma in Finanziaria per sostenere la dismissione degli impianti sciistici divide. «Non esiste una visione a lungo termine» tuona il sindaco di Lavarone. Più ottimista il sindaco di Brentonico. «Si dà spazio a forme di creatività» assicura Fulvio Rigotti di Trentino Sviluppo.
TRENTO Il più arrabbiato è il sindaco di Lavarone. «Se davvero il governatore Ugo Rossi ha fatto il nome della nostra località, ha detto una sciocchezza» sbotta Isacco Corradi. Ma anche il primo cittadino di Levico non nasconde la sorpresa: «Non ne sapevo nulla, ci spiegheranno» dice Michele Sartori.
Di fronte alla norma che verrà inserita in Finanziaria e che prevede un sostegno per i territori che decideranno di dismettere gli impianti a fune (Corriere del Trentino di ieri), le reazioni delle amministrazioni a cui fanno capo le località sciistiche minori (e potenzialmente coinvolte) non sono tenere nei confronti dei vertici di Piazza Dante. Pur con qualche eccezione.
In sostanza, la norma — presentata durante l’incontro di maggioranza di lunedì mattina — permetterà a Trentino Sviluppo di finanziare dei piani di sviluppo turistico per località «minori» — come ad esempio il Rolle, la Panarotta, ma anche la Polsa e Lavarone — puntando sullo smantellamento degli impianti da sci per scommettere piuttosto su infrastrutture «leggere» e su un turismo soft. Una trasformazione, è stata la precisazione, che dovrà passare in ogni caso attraverso un confronto con gli impiantisti e con le istituzioni locali.
«Non capisco» dice secco Corradi. Che è venuto a sapere della norma direttamente dal giornale. «Se davvero la Provincia pensa a Lavarone per una dismissione degli impianti — prosegue il sindaco senza tanti giri di parole — allora mi viene la pelle d’oca». Il motivo è presto detto: due anni fa la Provincia ha acquisito gli impianti di Lavarone (e, con la stessa operazione, anche quelli della Panarotta) e ha avviato un percorso di risanamento «che — ricorda Corradi — impegna gli operatori e il Comune di Lavarone con cifre decisamente importanti». Di qui il malumore: «Non vedo perché avviare un piano del genere se adesso si pensa allo smantellamento di quegli stessi impianti. Bastava dirlo due anni fa». Di più: «Se davvero questa è l’intenzione, vuol dire che non esiste una visione a lungo termine, che in Provincia sono abituati a buttare via i soldi. E questo sarebbe davvero preoccupante. C’è qualcosa che non mi torna».
Vuole capire di più anche il sindaco di Levico Terme, a cui fa capo (almeno per una parte) la Panarotta. «In questi mesi — sottolinea Sartori — stiamo lavorando per il rilancio della località, che prevede sì la valorizzazione dell’escursionismo e del turismo leggero, ma anche il mantenimento degli impianti». Il primo cittadino della località termale mantiene la calma: «La Panarotta è un ambito piccolo, minore. Ci spiegheranno le intenzioni. Fino ad allora preferisco non esprimere troppi giudizi».
Pronto a confrontarsi — in questo caso sul futuro della Polsa — il sindaco di Brentonico. «Ho seguito il dibattito sul Rolle, con la proposta de La Sportiva — osserva Christian Perenzoni — che indica una visione lungimirante». Soprattutto di fronte al cambiamento climatico in atto. «I nostri — prosegue il sindaco — sono gli impianti più a sud, che quindi risentono di più del cambiamento e del caldo. In questo quadro, credo sia corretto ragionare sulle possibili alternative». Tenendo presente però che «il Comune è uscito dalla società che gestisce gli impianti: il confronto quindi dovrà essere avviato anche con gli impiantisti e con gli operatori del settore». In un quadro già in movimento: «Polsa e San Valentino vivono molto di sci e la richiesta c’è, anche se qualche attività alternativa è già stata avviata: penso allo scialpinismo, alle ciaspole e allo sci di fondo».