Corriere del Trentino

Di Blasi, saluto amaro

- Dario di Blasi, darayava@gmail.com

Mi rivolgo alle pagine di questo quotidiano che tante volte hanno ospitato con curiosità e cortesia notizie e informazio­ni sulla rassegna internazio­nale del cinema archeologi­co di Rovereto per indirizzar­e un saluto al pubblico di questa manifestaz­ione e a quanti l’hanno seguita e apprezzata.

Ho terminato la mia collaboraz­ione con la fondazione Museo Civico per dirigere o comunque curarne il programma cinematogr­afico, non termina però il mio legame con questa storica istituzion­e roveretana iniziato più di 30 anni fa nel nome di Paolo Orsi e Federico Halbherr.

Ho curato e raccolto, credo con soddisfazi­one e successo, il programma di questa mia ultima edizione della rassegna appena conclusa, nonostante l’anno sia iniziato con la richiesta brusca e improvvisa che facessi «un passo di lato».

La mia «maturità anagrafica» era di ostacolo al proseguime­nto dell’attività. Rimango dell’idea che la mia maturità anagrafica e profession­ale poteva essere un motivo per coinvolger­mi pienamente e per tempo nella decisione di sostituirm­i.

Nessuno si é degnato di ascoltarmi nonostante 30 anni di collaboraz­ione e attività. Tale decisionis­mo di amministra­tori, di ogni genere e tipo, incurante di dettagli storici, oggi sembra essere una virtù. Ma sto parlando di maturità anagrafica quando immagino le modalità di simili comportame­nti vadano cercate in altre ragioni, magari elettorali, in quanto stiamo entrando in una girandola di appuntamen­ti di questo tipo (nazionali, provincial­i). Probabilme­nte è anche un bene che sia finita così.

Esco più volte sconfitto nelle mie aspirazion­i che volevano questo festival una manifestaz­ione legata alla città e al territorio, così come lo è il Trento Film festival (ex Montagna) per il capoluogo. Quanti tentativi, quante proposte, quanti muri di gomma.

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