IL DISTACCO AIUTA A CRESCERE
Pollicino, temendo di perdersi, lasciò i sassolini lungo la strada per trovare così la via del ritorno. Oggi non ne avrebbe bisogno. Il ministro Fedeli ha dichiarato che secondo un’ordinanza della Cassazione le scuole sono responsabili degli alunni nel tragitto verso casa. Al termine delle lezioni, pertanto, dovrebbero essere presi in consegna dai genitori o chi per essi. Il buon senso coglie immediatamente l’insostenibilità della disposizione che non trova riscontro in altri Stati europei. Se non dovessero passare gli emendamenti presentati da Partito democratico e Mdp, è auspicabile che le Province di Bolzano e Trento — forti della loro autonomia in materia — ripristino rapidamente la consuetudine di lasciare libera scelta alle famiglie, favorendo la propensione tipica dei Paesi nordici a promuovere l’indipendenza dei figli. Al di là delle difficoltà pratiche, l’indicazione ministeriale è pedagogicamente inappropriata: ogni percorso educativo persegue l’autonomia e la responsabilità. Le fiabe raccontano che l’identità si costruisce superando una serie di prove. Maria Montessori ideò la «Casa dei bambini» per consentire ai suoi ospiti di muoversi liberamente e operare attivamente. In tal senso il triennio delle medie è cruciale. Cambiamenti tumultuosi e convulsi generano potenti differenze da un anno all’altro; il nuovo adolescente prende le distanze dal nucleo familiare, inizia la costruzione di un mondo personale, cerca spazi di movimento in cui mettersi alla prova. Le critiche alle tesi ministeriali possono allora essere l’occasione per ribadire il valore dell’educazione alla responsabilità. Tra gli adulti è infatti diffusa la tendenza a proteggere e tutelare i più piccoli in modo asfissiante, prendendo posizione su buona parte delle decisioni scolastiche. Di fatto parecchie famiglie proibiscono ai figli di andare a scuola da soli: in un eccesso d’amore vorrebbero evitare loro paure e delusioni, tenere lontani ostacoli e difficoltà, impedire rischi e imprevisti. Il mondo anglosassone li definisce «genitori elicotteri», mentre lo psichiatra Crepet li chiama «pompieri», perché volteggiano sopra la vita dei ragazzi, pronti a intervenire per spegnere ogni fiammella di frustrazione. Il problema non è solo il ritorno dalle lezioni. L’autentica azione educativa promuove il distacco, l’uscita da casa e l’avventura nel mondo, poiché, dice il poeta Khalil Gibran agli adulti: «Voi siete gli archi da cui i figli, le vostre frecce vive, sono scoccati lontano».