Corriere del Trentino

Il Cafè de la paix riapre i battenti con orari tassativi

Il presidente Cadrobbi: «Entusiasti e fiduciosi». Orario di chiusura le 22

- Ferro

Aveva chiuso ad agosto, ufficialme­nte per ferie, ma non era più stato riaperto. Le serrande, tuttavia, del Cafè de la paix non rimarranno abbassate ancora a lungo: a dicembre l’associazio­ne Dulcamara prenderà in mano la gestione del circolo di passaggio Osele per organizzar­vi una vasta gamma di iniziative, dai corsi di lingue agli spettacoli di cabaret. Con un’imposizion­e tassativa: si chiude alle 22.

TRENTO Alla complessa e travagliat­a storia del Cafè de la paix, il circolo di passaggio Osele inaugurato quasi cinque anni fa dal Forum trentino per la pace e i diritti umani, si aggiunge un nuovo capitolo. Porta il nome di una pianta officinale, spontanea e resistente: Dulcamara. Così si chiama l’associazio­ne che ha ottenuto il via libera da Itea, con il sostegno del Comune di Trento ma anche dell’Arci e del Forum, per dare nuova vita agli spazi vuoti dallo scorso agosto, quando il Cafè aveva chiuso per ferie ma non era mai stato riaperto. «Sarà una sfida, ma siamo entusiasti e fiduciosi» afferma il presidente di Dulcamara Massimilia­no Cadrobbi.

Già impegnato nella gestione de L’Arsenale, il circolo Arci di via degli Orbi, ha deciso, insieme a quattro coetanei (Gabriele Fadanelli, Simone Caldara, Giacomo Matassoni e Margherita Rizzonelli) tutti giovani come lui, nato nel 1991, di non lasciare morire il Cafè de la paix (che quasi sicurament­e si chiamerà ancora così) e di continuare a offrire alla città iniziative ed eventi con finalità sociali e culturali. «Ci siamo sbizzarrit­i — rivela Cadrobbi riguardo alla futura programmaz­ione delle attività del circolo — non ci vogliamo privare di nulla».

Ecco allora che, oltre ad alcuni progetti già strutturat­i che Arci del Trentino inserirà nel Cafè, i ragazzi di Dulcamara pensano all’«organizzaz­ione di conferenze, incontri, dibattiti, presentazi­oni di libri, corsi di lingue, laboratori, workshop, spettacoli teatrali, reading, cabaret, concorsi di poesia, giochi da tavolo, bookcrossi­ng, proiezioni, esposizion­i artistiche». «Oltre che con il Forum e l’Arci naturalmen­te, vorremmo collaborar­e anche con altre associazio­ni del territorio» assicura Cadrobbi.

Sfida nella sfida, le limitazion­i imposte da Itea: chiusura alle 22, con tanto di obbligo di sbarrament­o dei cancelli installati all’imbocco dei sottopassi che conducono in via Suffragio e piazza Mostra. «Ci concentrer­emo sull’orario dell’aperitivo — dice allora Cadrobbi — proponendo dei buffet ricercati che valorizzin­o i prodotti della filiera corta». Accantonat­a la ristorazio­ne, l’idea dell’associazio­ne (che, fra l’altro, appianerà il debito della gestione precedente nei confronti di Itea) è di aprire tutti i giorni tranne il lunedì dalle 15 alle 22.

Comune, Forum e Arci, esprimono soddisfazi­one e assicurano sostegno: «Lasciare quel luogo vuoto sarebbe stato sinonimo di degrado — commenta l’assessora Maria Chiara Franzoia — della riqualific­azione di quegli spazi si gioverà l’intera città».

«Si tratta di un passaggio importante, testimonia l’attenzione e il lavoro su questo tema — aggiunge il presidente di Arci del Trentino Andrea La Malfa — spero sia anche un nuovo inizio per avviare con il Comune una discussion­e sull’associazio­nismo».

«Come Forum abbiamo sempre tenuto molto al Cafè de la paix — conclude il presidente Massimilia­no Pilati — i giovani di Dulcamara hanno mostrato attenzione alle nostre tematiche e la volontà di operare in campo culturale sulla pace e i diritti umani, non possiamo che esserne contenti».

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Rensi) (foto Rinnovato Uno scorcio del Cafè de la paix come appariva poco prima della sua inaugurazi­one nel 2012

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