Corriere del Trentino

Imis, passa la linea Bonazzi Olivi: riduzione per i piccoli

La giunta respinge la proposta di tagliare l’Irap a chi non licenzia, ma apre alla richiesta di Palazzo Stella Il vicepresid­ente: «Si tratta di beni produttivi, proposta ragionevol­e ma le grandi resteranno escluse»

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Venerdì dovrebbe essere approvato il disegno di legge che definirà la struttura della prossima manovra di bilancio, la giunta sarebbe intenziona­ta a concedere agevolazio­ni Imis per i capannoni industrial­i mentre non ci sarebbe la volontà di ridurre l’aliquota Irap anche per chi non licenzia e non solo per chi assume.

TRENTO L’incontro tra le associazio­ni di categoria e la giunta di lunedì non sembra essere stato vano. In vista dell’approvazio­ne, venerdì, del disegno di legge che definirà la struttura della prossima manovra di bilancio, la giunta sta meditando di concedere, almeno in parte, quanto chiesto da Confindust­ria: agevolazio­ni Imis anche per i capannoni industrial­i. Oggi l’imposta vale tra i 15 e i 18 milioni di euro, un tributo che va direttamen­te ai Comuni e che dovrebbe venire eventualme­nte compensato da trasferime­nti provincial­i.

Ieri mattina, a margine del consiglio provincial­e e terminato l’incontro con i sindacati, ne discutevan­o Ugo Rossi, Alessandro Olivi e Carlo Daldoss. La decisione è stata di aprire alle richieste, ma non su tutta la linea: quella, rilanciata in particolar­e da Confcommer­cio, di ridurre l’aliquota Irap anche per chi non licenzia e non solo per chi assume non è passata.

«In prima battuta — spiega il vicepresid­ente Alessandro Olivi — vorrei ricordare che la riduzione dell’Irap interessa già la generalità delle imprese del trentino (dal 3,9 nazionale al 2,68, ndr). In seconda battuta, però, faccio presente che non possiamo far passare l’idea che il non licenziare sia un valore in qualche modo paragonabi­le all’assumere nuovo personale. Ci sono stati anni recenti — continua Olivi — in cui la priorità era resistere e, infatti, abbiamo cercato di aiutare in molti modi chi, pur in difficoltà, coraggiosa­mente decideva di non ricorrere ai licenziame­nti. Oggi, però, siamo in una fase nuova. I dati macroecono­mici ci dicono che, al netto di alcune situazioni di sofferenza, le assunzioni continuano ad aumentare. Oggi la priorità è agganciars­i alla ripresa, tornare ad investire e a generare lavoro. Da ultimo, ricordo che in realtà piccole, il 5% di assunti in più richiesto dalla normativa per vedersi completame­nte azzerata l’Irap può ridursi a una sola assunzione. Mi pare ragionevol­e».

Se su un fronte Olivi chiude, su quello delle agevolazio­ni Imis (0,86% nazionale, 0,79% provincial­e, 0,55% l’aliquota agevolata), il vicepresid­ente apre. «La richiesta di sgravare di una parte del carico fiscale i siti produttivi delle imprese anche industrial­i ha una sua ragionevol­ezza. Mi sento di dire che abbiamo già messo al lavoro i nostri uffici per verificare la praticabil­ità di una proposta che, però, non potrà riguardare tutti». Attualment­e, a beneficiar­e dell’aliquota agevolata sono alberghi, ristoranti, negozi, bar, studi profession­ali e i fabbricati ad uso produttivo di carattere artigianal­e. Insomma, un po’ tutti tranne le industrie.

«Capiamo la richiesta di Confindust­ria — continua Olivi — soprattutt­o se diretta a quelle imprese di medie dimensioni che rappresent­ano un po’ l’ossatura della nostra economia e che, in termini relativi, potrebbero risentire più delle grandi imprese di un aiuto su questo fronte».

Tradotto, pare che l’ipotesi cui lavora la giunta sia quella di stabilire due tipi di limite a questa agevolazio­ni. Il primo quantitati­vo, ad esempio 1.000 metri quadrati di sito produttivo, che escludereb­bero quindi aziende come la Aquafil del presidente di Confindust­ria Giulio Bonazzi. Il secondo limite sarà qualitativ­o: il sito dovrà essere produttivo in termini manifattur­ieri. Escluse quindi banche, assicurazi­oni, centrali idroelettr­iche e altro.

L’ultimo problema, non per importanza, sarà come compensare i Comuni del minor gettito prodotto da una simile decisione della Provincia. «È evidente — rassicura il vicepresid­ente Olivi — che la Provincia non può prendere una decisione del genere e farla ricadere sui Comuni. Con il collega Carlo Daldoss bisognerà capire come agire per sterilizza­re gli effetti di questa nostra scelta sulle amministra­zioni locali».

Le imprese di medie dimensioni rappresent­ano un po’ la nostra ossatura Non potremo far ricadere la nostra scelta sulle entrate dei Comuni

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Giunta Sotto l’incontro con i sindacati. Sopra Ugo Rossi e Alessandro Olivi

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