Rossi: «A noi riesce di spostare i voti del centrodestra»
Il governatore difende Renzi: «Lui ci prova, ma a sinistra amano attaccare il timoniere»
Nessuna disfatta del Pd in Sicilia, quanto piuttosto un desiderio insopprimibile nella sinistra italiana di abbattere i propri stessi leader. È questa, in sintesi, l’analisi del voto siciliano di Ugo Rossi che, a proposito della difficoltà che Renzi incontra nello spostare gli elettori di centrodestra, osserva: «È quello che, invece, riusciamo a fare in Trentino».
«Il risultato siciliano — premette — era ampiamente previsto. Il Pd ha ottenuto esattamente gli stessi voti di cinque anni fa, tolti quelli andati alla sinistra che si è separata dal Pd. La verità è che ogni scusa è buona per attaccare il timoniere. È lo sport preferito dalla sinistra. Si pensa che avere un leader non sia un valore e, infatti, si perde. Io la penso in maniera contraria». Difficile non pensare che in questa immagine del leader vittima del fuoco amico Rossi proietti un’identificazione di Matteo Rensi con se stesso, oggetto delle poco amichevoli attenzioni dei suoi alleati. «Il tentativo di mettere Renzi in un cantuccio è sbagliato. Piuttosto, è giunto il tempo di ragionare di coalizioni vere e continuative».
Rossi, però, dà ragione a Sergio Fabbrini (Corriere del Trentino di ieri), quando osserva che fino ad ora l’ex premier ha fallito nel tentativo di spostare sul Pd una parte dell’elettorato del centrodestra, definito «congelato» dal politologo. «Ha ragione Fabbrini, ma almeno Renzi ci ha provato e ci sta provando. Su questo punto bisogna decidersi e io lo dico da tempo anche in Trentino». Una provincia in cui alle politiche il voto si è quasi sempre spostato sul centrodestra, senza però tradursi in un mandato all’opposizione alle provinciali. Così è stato e, secondo Rossi, così darà se la coalizione gli darà ascolto. «Come tutti sanno, alle politiche il voto trentino tende a spostarsi sul centrodestra nazionale, segno che c’è una quota di elettorato che in termini di voto d’opinione si colloca lì, ma poi alle provinciali vota per il centrosinistra. In altre parole, siamo riusciti negli anni a convincere una parte di elettorato di centrodestra che in Trentino è meglio affidarsi a noi. Questo — continua il governatore — è quello che cerco di fare quando dico che la coalizione deve aprirsi anche ad altri mondi (i civici, ndr). Quando lo faccio, però, vengo accusato di seguire la politica dei due forni o di sentirmi ancora blockfrei (libero di fare alleanze di volta in volta con uno o l’altro polo, ndr). Niente di tutto questo: mi sto solo preoccupando che anche nel 2018, con la crescita dei 5 Stelle e la rimonta del centrodestra, i trentini continuino a fidarsi del centrosinistra autonomista».
Infine, la chiosa semantica: «Centro sinistra autonomista è un’espressione in cui tutti devono sentirsi un aggettivo e non il sostantivo. Perché se qualcuno si sente il sostantivo e vede negli altri gli aggettivi, la coalizione va in crisi».