Avidità e rischi calcolati
Bono, Madonna, Lewis Hamilton, persino sua maestà la regina Elisabetta II, oltre a Tom Cook, amministratore delegato Apple e alle ombre che serpeggiano fra l’amministrazione Trump. Tutti nomi che sono emersi dallo scandalo dei Paradise Papers. Parliamo di personaggi assai noti al pubblico e ai quali in molti guardano con ammirazione per i successi ottenuti nella vita, ma anche per gli impegni umanitari. Penso, ad esempio, a quanto si sia speso il cantante degli U2 in difesa dei diritti degli omosessuali o per aprire gli occhi sul problema dell’Aids in Africa. O a Madonna, con i suoi progetti per gli orfani del Malawi e più semplicemente (si fa per dire) a un pilota di Formula uno del calibro di Hamilton, ritenuto da moltissimi tifosi un modello da imitare. Ancora di più, penso al rigore e all’austerità che trasmette da sempre la Casa reale inglese. Siamo alle solite, mi verrebbe da dire.
Mi chiedo a questo punto se il gioco valga la candela. Evidentemente sì. Non credo certo si tratti di sprovveduti che non abbiano tenuto conto del potenziale danno d’immagine nel quale avrebbero potuto incorrere
se si fosse scoperto dei loro trasferimenti di denaro nei paradisi fiscali. Di certo non sono i primi a trovarsi in una situazione del genere e abbiamo già visto, in evenienze analoghe, quanto poco cambi l’affetto che il grande pubblico nutre per i suoi beniamini, per quanto
colti con le mani nel sacco. Mi sembra che certi valori (come la coerenza e l’onestà) siano ormai passati in secondo piano; tutti quanti ormai ci lasciamo abbindolare da quello che vogliono farci credere certi burattinai del mondo dello spettacolo, della pubblicità e dei
social network. Viviamo in uno stato di apatia generale: di fronte alle centinaia di notizie che ci bombardano ogni giorno, non sentiamo più il bisogno di approfondire, di andare fino in fondo per capirne il significato. Forse ci manca il tempo, forse semplicemente
non ne abbiamo voglia, fatto sta che un selfie scattato accanto a un bambino in un letto d’ospedale pesa molto di più nel giudizio complessivo di una persona rispetto alle sue azioni concrete nella vita quotidiana.