Corriere del Trentino

Avidità e rischi calcolati

- Claudia Valle

Bono, Madonna, Lewis Hamilton, persino sua maestà la regina Elisabetta II, oltre a Tom Cook, amministra­tore delegato Apple e alle ombre che serpeggian­o fra l’amministra­zione Trump. Tutti nomi che sono emersi dallo scandalo dei Paradise Papers. Parliamo di personaggi assai noti al pubblico e ai quali in molti guardano con ammirazion­e per i successi ottenuti nella vita, ma anche per gli impegni umanitari. Penso, ad esempio, a quanto si sia speso il cantante degli U2 in difesa dei diritti degli omosessual­i o per aprire gli occhi sul problema dell’Aids in Africa. O a Madonna, con i suoi progetti per gli orfani del Malawi e più sempliceme­nte (si fa per dire) a un pilota di Formula uno del calibro di Hamilton, ritenuto da moltissimi tifosi un modello da imitare. Ancora di più, penso al rigore e all’austerità che trasmette da sempre la Casa reale inglese. Siamo alle solite, mi verrebbe da dire.

Mi chiedo a questo punto se il gioco valga la candela. Evidenteme­nte sì. Non credo certo si tratti di sprovvedut­i che non abbiano tenuto conto del potenziale danno d’immagine nel quale avrebbero potuto incorrere

se si fosse scoperto dei loro trasferime­nti di denaro nei paradisi fiscali. Di certo non sono i primi a trovarsi in una situazione del genere e abbiamo già visto, in evenienze analoghe, quanto poco cambi l’affetto che il grande pubblico nutre per i suoi beniamini, per quanto

colti con le mani nel sacco. Mi sembra che certi valori (come la coerenza e l’onestà) siano ormai passati in secondo piano; tutti quanti ormai ci lasciamo abbindolar­e da quello che vogliono farci credere certi burattinai del mondo dello spettacolo, della pubblicità e dei

social network. Viviamo in uno stato di apatia generale: di fronte alle centinaia di notizie che ci bombardano ogni giorno, non sentiamo più il bisogno di approfondi­re, di andare fino in fondo per capirne il significat­o. Forse ci manca il tempo, forse sempliceme­nte

non ne abbiamo voglia, fatto sta che un selfie scattato accanto a un bambino in un letto d’ospedale pesa molto di più nel giudizio complessiv­o di una persona rispetto alle sue azioni concrete nella vita quotidiana.

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