Corriere del Trentino

Sinistra italiana scende in campo: «Noi il quarto polo»

Attolini: «In Trentino rivedere il modello cooperativ­o». Palazzotto: priorità ai lavoratori

- Margherita Montanari

Una sinistra unita e unitaria, che abbia il welfare come minimo comun denominato­re e, possibilme­nte, Pietro Grasso come leader. Una prima intesa è stata raggiunta da Sinistra Italiana, Mdp, Possibile, Rifondazio­ne Comunista e la sinistra del Brancaccio. Vien da sé, il gruppo lascia alla propria destra il Partito Democratic­o, e volta la testa dalla parte opposta. In attesa dell’appuntamen­to nazionale, fissato per il 1° dicembre, in cui si intende strutturar­e un nuovo accordo «non di vertice» che includa esponenti del mondo del lavoro, del civismo e dell’associazio­nismo, anche a livello territoria­le vengono sciorinate le prime linee programmat­iche della «nuova sinistra». Le hanno presentate ieri Renata Attolini, segretaria provincial­e di Sinistra Italiana, e Erasmo Palazzotto, deputato siciliano dello stesso partito.

In Trentino, si parla di un quarto polo nella giunta provincial­e, «aperto a Possibile, Mdp, Rifondazio­ne comunista e ai civici» e «alternativ­o a Pd, Movimento 5 stelle e centro destra». Decisa a non scendere a trattative con il partito che ha partorito il Jobs act e«aumentato la forbice delle disuguagli­anze», la segretaria vede il futuro del territorio «nell’autonomia etica non in quella attuale, dei privilegi». Il cambiament­o deve partire dalle cooperativ­e, su cui si fonda il modello economico trentino, anche se alcune di loro, negli ultimi anni, si sono distolte dalla missione iniziale di tutela del lavoratore ed equità tra soci. «Penso al caso Sait — continua Renata Attolini — una cooperativ­a che licenzierà 116 dipendenti, da aprile scorso cassintegr­ati, e ricorrerà all’esternaliz­zazione di lavoratori della Movitrento. Così facendo, dimostra di preferire le logiche speculativ­e, tipiche delle grandi imprese, a quelle solidali e corporativ­e delle cooperativ­e». Propone quindi di frenare la deriva aziendale, che ricade in primis sui lavoratori.

«I problemi dell’economia non devono danneggiar­e chi lavora – incalza Palazzotto -, così come non possono essere la scusante per i tagli da 12 miliardi che sono stati fatti dai tre precedenti governi alla sanità».

Lo ribadisce anche la campagna lanciata pochi giorni fa da Sinistra Italiana contro i luoghi comuni, che si sedimentan­o creando divisioni sociali. Specialmen­te in ambito lavorativo. Le frammentaz­ioni che contraddis­tinguono le grandi imprese, infatti, impediscon­o l’organizzaz­ione tra lavoratori. Questo, sostiene Renata Attolini, innesca meccanismi di semplifica­zione che preparano il terreno per le destre xenofobe e populiste.

La sinistra ricompatta­ta, egualitari­a, solidale e progressis­ta, vuole sfidare alle politiche del 2018 il centro destra berlusconi­ano e il M5s, senza il contributo del Partito Democratic­o. Alla guida della coalizione, propone un recente fuoriuscit­o dal partito di Matteo Renzi: Pietro Grasso. Anche se, al momento, nessuno si attenta a «tirare per la giacca» l’uomo che occupa la seconda carica dello Stato.

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L’incontro Renata Attolini, segretaria provincial­e di Sinistra italiana, ieri a Trento con l’onorevole Erasmo Palazzotto

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