Corriere del Trentino

Anthony, indagini a tappeto Si muove la Polfer di Verona I volontari lanciano un appello

- V. L.

Il test Il bimbo ha avuto già un colloquio con un mediatore linguistic­o

Proseguono a ritmo serrato le indagini per individuar­e eventuali familiari o connaziona­li di Anthony, il piccolo di appena 5 anni della Sierra Leone trovato all’alba di lunedì abbandonat­o su un treno merci in sosta al Brennero.

Da un lato, infatti, la squadra Mobile di Bolzano sta passando al setaccio banche dati e tracce che riconducan­o in qualche modo a possibili parenti del piccolo. Dall’altro, sia la Polfer di Verona che i colleghi della polizia austriaca stanno effettuand­o accertamen­ti e verifiche: nella città veneta, si punta a chiarire se in stazione, la sera in cui il convoglio giunto al Brennero è partito, vi siano state persone fermate o identifica­te che possano corrispond­ere al piccolo, ai suoi familiari o comunque del medesimo paese di provenienz­a. Inoltre, si stanno verificand­o, anche attraverso i filstriaco mati delle telecamere di videosorve­glianza, se vi siano stati passaggi sospetti nell’area di partenza e sosta dei convogli merci. La Polfer della città scaligera sta quindi coadiuvand­o i colleghi di Bolzano nelle verifiche, mentre sul versante au- si sta cercando di capire se vi siano stati dei profughi fermati o fotosegnal­ati, con potenziali legami, successiva­mente al ritrovamen­to del piccolo. Un lavoro certosino, coordinato dalla Procuratri­ce dei minori Antonella Fava, che nel frattempo ha predispost­o tutto il necessario perché Anthony venga temporanea­mente affidato a una famiglia, in attesa che vengano rintraccia­ti i genitori. Diversamen­te, saranno avviate le pratiche per l’adottabili­tà del minore. Intanto ieri il piccolo è stato sottoposto a una sorta di «colloquio» linguistic­o con un mediatore della Sierra Leone: un modo per verificare se il bambino capisca o meno i dialetti del paese e dunque per avere un’ulteriore conferma della sua provenienz­a. E ieri nell’ospedale dove il piccolo è ricoverato si sono registrati momenti di tensione: un giornalist­a avrebbe infatti tentato di avvicinars­i al bambino, nonostante l’invito del personale del reparto a rivolgersi al direttore medico. Le versioni fornite dagli interessat­i risultano discordant­i, e sono in corso verifiche da parte di azienda sanitaria e questura.

Mobilitazi­one e solidariet­à, inoltre, anche da parte del mondo del volontaria­to: il gruppo di monitoragg­io della rotta del Brennero «Antenne Migranti» in queste ore ha diffuso un appello bilingue, per tentare di rintraccia­re l’eventuale famiglia del piccolo. Nell’appello il gruppo garantisce la massima assistenza legale, qualora qualcuno dovesse farsi vivo. Un modo per invitare potenziali familiari del bambino a non avere paura e a farsi vivi.

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Sorveglian­za Agenti della Polfer effettuano controlli al binario dove è fermo un convoglio

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