Corriere del Trentino

Fassino benedice il Pd territoria­le: è la strada giusta

Fassino: «Serve convergenz­a con gli autonomist­i». L’ex ministro presenta oggi il suo libro

- Rossi Tonon

Piero Fassino benedice il progetto territoria­le del Pd Trentino, suggerendo alleanze che prendano in consideraz­ione le sensibilit­à autonomist­e presenti in Regione. L’ex ministro presenta oggi a Trento il suo nuovo libero «Pd davvero», in cui ripercorre i primi dieci anni del partito e lancia prospettiv­e per il futuro.

«I valori di una forza progressis­ta non cambiano, ma cambiano le modalità con cui si fanno vivere». Tutte le ragioni che nel 2007 spinsero a fondare il Pd, secondo Piero Fassino esistono ancora. Oggi, alle 17 presso la sala Sosat in via Malpaga, l’ex ministro presenterà il suo nuovo libro «Pd davvero» (La nave di Teseo, 264 pagine, 19 euro) in cui ripercorre la storia dei primi dieci anni del partito mettendo in luce nuove sfide e immaginand­o come superarle.

Fassino, qual è stata l’evoluzione del Pd in questi anni e come si è adattato al mondo che intorno a esso cambiava?

«Tutte le ragioni per cui fondammo il Pd sono più attuali che mai. Il partito nacque per dare vita a una grande forza riformista che fosse in grado di guidare una fase di rilancio e sviluppo del Paese. Oggi di fronte al rischio che l’Italia sia guidata o da un Berlusconi prigionier­o di Salvini o dall’estremismo populistic­o dei 5 Stelle, quella ragione risulta ancora più forte. Dieci anni fa eravamo consapevol­i che era necessario pensiero nuovo per affrontare le sfide che ci venivano poste dai tanti cambiament­i del mondo e se guardo ai mutamenti di questo decennio, sono stati molto più tumultuosi e convulsi di quello scorso».

Quali sono i nodi ancora da sciogliere?

«Il problema della modernizza­zione delle istituzion­i, che abbiamo provato a realizzare con il referendum senza essere premiati. La vittoria del «No», però, non ha risolto la questione. Nel 2007 si sentiva poi la necessità di rinnovare la sinistra europea e cercammo di dare il nostro contributo. Oggi, se guardo ai risultati elettorali in Germania, Austria, Olanda e Francia direi che questa necessità è più forte che mai. Quindi le ragioni per cui abbiamo fondato il Pd sono ancora tutte vive e proprio per questo abbiamo bisogno di rilanciare il partito nella sua ispile razione originaria».

Quali le nuove sfide?

«Nel libro, dopo aver ricostruit­o la costruzion­e del partito a partire dall’Ulivo, arrivo al cuore, a quelle che chiamo le “Domande scomode”. L’Europa, l’immigrazio­ne, la sicurezza, il lavoro, il lavoro, il fisco, lo stato sociale, il futuro dei figli, l’impatto sul nostro Paese della globalizza­zione. Sono questi i grandi temi che ogni giorni investono la vita della società italiana e su cui il Pd deve essere capace di avere una elaborazio­ne adeguata, che io mi sono sforzato di avanzare. Il mio vuo- essere un contributo al rilancio del partito».

Quali saranno nel futuro il ruolo del Pd e il suo rapporto con i valori fondativi?

«I valori di una forza progressis­ta non cambiano, attraversa­no il tempo e non perdono significat­o. A cambiare sono le modalità con cui si fanno vivere. I nostri valori restano democrazia, libertà, giustizia sociale, rispetto della persona umana, solidariet­à, pari opportunit­à, che devono essere in sintonia con l’evoluzione di una società. Quindi abbiamo bisogno di un continuo aggiorname­nto dei programmi e della politica. Se ti metti in sintonia con le domande che provengono dalla società allora puoi fare vivere i tuoi valori al suo interno».

Per realizzare queste politiche serve rimanere al governo. Cosa pensa della nuova legge elettorale?

«Noi volevamo una legge con i collegi uninominal­i a doppio turno sul modello francese, ma abbiamo dovuto trovare un accordo con le altre forze politiche. Questa ha tre meriti: un terzo degli eletti saranno scelti in collegi uninominal­i ristabilen­do un rapporto tra elettori ed eletti che si era perso, spinge verso le coalizioni e riduce la frammentaz­ione, in terzo luogo evita sistema di preferenze che come sappiamo è una metodologi­a che si presta a molte degenerazi­oni. E in coerenza con questa legge elettorale stiamo lavorando per creare un’alleanza che sia la più larga possibile per presentarc­i con un’offerta politica e programmi credibili, capaci di raccoglier­e fiducia».

In Trentino il Pd sta lavorando a un progetto territoria­le con l’Upt per riconquist­are la leadership della coalizione. È la via giusta?

«Nelle Regioni dove c’è una forte presenza di movimenti e partiti autonomist­i il Pd deve interloqui­re con queste forse e, sulla base di una convergenz­a programmat­ica, realizzare alleanze. Quindi io credo sia nelle cose. D’altra parte in Trentino Alto Adige il nostro partito si è sempre caratteriz­zato come una forza autonomist­a, in un rapporto di alleanze con movimenti e partiti locali».

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Autore Piero Fassino presenterà il suo libero «Pd davvero» a Trento

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