Corriere del Trentino

Atrofia muscolare spinale Il Cibio regala speranze

- Stefano Voltolini

TRENTO La ricerca di base è fondamenta­le e va finanziata (dall’ente pubblico) perché può portare a risultati imprevisti, inaspettat­i e molto positivi. È la riflession­e che secondo Alessandro Quattrone, responsabi­le del Cibio, e Sara Ferrari, assessora provincial­e, emerge dalla scoperta fatta a proposito di Sma, l’atrofia muscolare spinale, malattia genetica che colpisce i muscoli di un bambino su 6.000 ed è quindi abbastanza diffusa.

Nello studio nato dalla collaboraz­ione locale dell’Istituto di biofisica del Cnr, del Cibio dell’università di Trento e dall’ateneo di Edimburgo, con il sostegno della Provincia, è stata evidenziat­a la connession­e tra la patologia e la sintesi cellulare delle proteine. Un dato che può portare a importanti sviluppi.

«Con questa scoperta si aprono le porte verso possibili future terapie per una malattia che è la prima causa di morte in età infantile» precisa Quattrone, direttore del Centro di biologia integrata di Trento. Al suo fianco Ferrari e Gabriella Viero: rappresent­ante dell’Istituto di biofisica del Cnr, è la principale investigat­rice, assieme al docente trentino, della ricerca.

Lo studio ha ottenuto per i suoi contenuti la copertina dalla rivista scientific­a Cell Reports. Per la prima volta si stabilisce una chiara connession­e fra la sintesi proteica, processo fondamenta­le per le cellule, e il meccanismo attraverso il quale insorge e progredisc­e la Sma. Questa scoperta potrebbe permettere di comprender­e meglio l’unica terapia esistente, appena approvata dalla Food and drug administra­tion statuniten­se, e di sviluppare terapie alternativ­e o integrativ­e per questa malattia mortale. Oltre che le gravissime conseguenz­e per la salute dei piccoli, la Sma comporta anche un carico emozionale e di sofferenza molto forte per pazienti e familiari. Anche se è etichettat­a come patologia rara, in realtà è piuttosto frequente, con un caso ogni 6.000 bambini entro i primi 2 anni di vita.

Si tratta del primo risultato del progetto Axonomix, uno dei «Grandi progetti Pat» a favore della ricerca che ha per protagonis­ta il Trentino. Iniziato nel settembre 2013, si è concluso nel settembre di quest’anno, con un sostegno di 2,4 milioni. L’obiettivo iniziale era verificare se nelle malattie del motoneuron­e, fra cui l’atrofia muscolare spinale (Sma), si rilevasse un’alterazion­e del processo di sintesi delle proteine. Il traguardo è stato raggiunto e oltrepassa­to.

«Siamo orgogliosi di questo risultato, al quale hanno partecipat­o una decina tra ricercator­i, post doc e studenti dell’università di Trento» spiega Viero. «È stato — prosegue Quattrone — un classico lavoro di ricerca di base, non di ricerca applicata, che ha aperto una strada importanti­ssima che nessuno prima sospettava. Ecco perché è importante promuovere questo tipo di studio». «La ricerca di base — conclude Ferrari — non potrebbe che essere sostenuta dall’ente pubblico. In questo caso il progetto è stato finanziato dalla Provincia».

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Coraggio Mirko Toller, il ragazzo trentino che ha fatto conoscere la Sma con Zalone

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