Corriere del Trentino

«Molti poveri, la società va ricostruit­a»

Domenica la giornata mondiale. Appello del vescovo Tisi

- Montanari

«I poveri sono tanti e i loro vissuti differenti. La risposta deve essere artistica». Questo l’invito rivolto da monsignor Lauro Tisi agli assessori alle politiche sociali Luca Zeni e Maria Chiara Franzoia.

«Si dovrebbe smettere di parlare di povertà, parlando piuttosto di poveri». È un invito a guardare le persone coinvolte e non il fenomeno, quello rivolto da monsignor Lauro Tisi agli assessori alle politiche sociali provincial­i e comunali, Luca Zeni e Maria Chiara Franzoia, ma diretto anche alla chiesa stessa, che deve farne la propria missione. All’avvicinars­i della prima Giornata mondiale dei poveri, celebrata nella giornata di domenica 19 novembre, l’arcivescov­o ha voluto aprire una parentesi su una piaga sociale in continua evoluzione. Basti pensare ai nuovi volti che ha assunto la povertà a seguito dei flussi migratori causati dalle guerre e dalle catastrofi ambientali.

«La risposta al problema — ha esordito Tisi nel corso del dibattito “Al passo dei poveri: dal problema ai volti” — deve essere artistica, perché i poveri sono tanti e i loro vissuti differenti».

Concentrar­si sul fenomeno della povertà e sulle statistich­e che lo descrivono porta a rispondere in maniera anonima, funzionale e operativa a un problema che ha volti e storie diverse. Secondo l’arcivescov­o non sono queste le risposte che portano ad estinguere la povertà. Il vescovo assegna alle relazioni umane il compito di ricucire la società, eliminando la forbice delle disuguagli­anze: «Parlare ai poveri e, come sprona a fare Papa Francesco, trasformar­e le attenzioni in gesti significa ascoltare il disagio presente nella società globale. I poveri dicono chiarament­e che le relazioni non funzionano, che la fatica collettiva sul piano dei legami continua a crescere parallelam­ente alla crescita dell’autorefere­nzialità e della superficia­lità». Tisi ha poi anticipato una delle idee che intende portare sul palco di Tedx: «Un mondo costruito a misura di vinto è un mondo a misura di tutti». E il povero sarebbe la manifestaz­ione di una società a misura di vincitori, che va ricostruit­a.

Alla chiesa e alla politica, quindi, il compito di farlo, partendo proprio dalle fragilità. E, mentre la chiesa ha ormai da anni consolidat­o il proprio modus operandi, che coinvolge in prima linea la Caritas e la Fondazione Comunità Solidale, alla politica spetta l’arduo compito di adattare i propri mezzi alle nuove storie dei poveri.

Luca Zeni, assessore provincial­e alle politiche sociali, ha definito la povertà «il massimo deficit esistenzia­le, che comporta l’impossibil­ità di accesso non solo ai beni, ma anche alle forme di inclusione sociale». Ed è proprio sulla natura sociale del problema che intende agire il welfare generativo provincial­e, fatto di azioni concrete volte a ricostruir­e dentro il tessuto sociale una collettivi­tà responsabi­le di ogni sua componente. L’assessore ha poi portato l’esempio dell’assegno unico, che sarà attivo dal primo gennaio 2018.

Conciliare il nuovo welfare con le storie e i volti delle persone è un impegno che si assume anche il Comune di Trento, come ribadisce nel Piano sociale di comunità. «Oggi — chiarisce l’assessore comunale Maria Chiara Franzoia — l’assistenzi­alismo della pubblica amministra­zione non riesce a dare copertura totale a certi bisogni, può al massimo aggiungere un tassello. La soluzione sta nelle relazioni fra membri della stessa società».

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Vescovo Monsignor Lauro Tisi: domenica la prima giornata dei poveri

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