Corriere del Trentino

«Giovani e imprese, le priorità»

Il manifesto di Zeni: «Trentino più attrattivo per dare risposte. Olivi? Nessuna sfida»

- Giovannini

Le priorità sono due: «Rendere il Trentino più attrattivo e ridare dignità a chi è vulnerabil­e». Scommetten­do su una «autonomia dinamica e solidale» in grado di far fronte al rischio di frammentaz­ione al quale anche il Trentino è sottoposto. L’assessore democratic­o Luca Zeni indica il suo manifesto. Quasi programmat­ico. E indica la rotta in vista delle elezioni Politiche: «A Roma devono andare figure competenti, solide, capaci di fare da ponte».

TRENTO Dribbla velocement­e le domande su seggi e nomi in vista delle prossime Politiche. Anche se qualche indicazion­e la abbozza: «Oggi più che mai si dovranno scegliere persone competenti, in grado di essere “ponte” tra Roma e il nostro territorio». E replica altrettant­o telegrafic­amente a chi, durante la visita dell’ex premier Matteo Renzi in provincia, ha visto nell’organizzaz­ione della giornata un certo «agonismo» tra lui e il vicepresid­ente di Piazza Dante Alessandro Olivi: «Sono polemiche costruite». Ma quando il discorso cade sui temi strategici del Trentino, Luca Zeni si ferma. E intesse riflession­i più ampie, indicando priorità e obiettivi quasi da programma elettorale (molti indicano l’ambizioso assessore alla sanità come possibile spina nel fianco per la riconferma di Ugo Rossi). «È necessario — dice — rendere il Trentino più attrattivo, non solo in termini turistici. E va riscoperta la relazional­ità, restituend­o dignità alle persone vulnerabil­i». Senza dimenticar­e qualche frecciatin­a ben assestata agli avversari politici. Locali e nazionali: «Mi spaventa l’idea che l’Italia possa essere governata dall’anarchia progettual­e dei 5 Stelle o dalla chiusura sterile di Salvini».

Assessore Zeni, si chiude una settimana politica trentina che ha visto il Pd in primo piano: martedì il treno di Renzi è passato in provincia, venerdì a Trento è arrivato Piero Fassino.

«Si tratta di appuntamen­ti coerenti con il percorso che stiamo portando avanti. In Trentino l’unica coalizione con una cultura di governo è quella di centrosini­stra autonomist­a e questo ci dà anche delle responsabi­lità. Prima fra tutti, quella di unire».

In che senso?

«Il maggiore rischio che corre il Trentino è quello della frammentaz­ione. Sociale, associativ­a. In questo senso, in una fase in cui l’Italia mostra segnali di ripresa, dobbiamo sfruttare il momento per tenere insieme la società. Puntando su due priorità».

Quali?

«In primo luogo, dobbiamo cercare di rendere il Trentino più attrattivo. E non solo dal punto di vista turistico. Ci dobbiamo impegnare per i giovani che decidono di rimanere qui, per chi vuole tornare, per le imprese che decidono di scommetter­e sul nostro territorio. Questo vuol dire avere un Trentino dinamico e aperto».

E la seconda priorità?

«Si deve riscoprire la relazional­ità come chiave di tutte le politiche. Negli ultimi anni sono aumentate le fragilità e le vulnerabil­ità. Difficoltà che non si combattono solo con il sostegno economico: la vera sfida, infatti, è quella di restituire dignità alle persone. Questi sono concetti che incidono fortemente sulle scelte politiche. E in questo senso ci poniamo in modo diverso rispetto alla visione dei 5 Stelle, ma anche a quella della destra. La nostra prospettiv­a, quindi, è quella di una autonomia dinamica e solidale. Anche l’accordo tra Pd e Upt va in questa direzione, spingendo sulla responsabi­lità di unire».

Parla di responsabi­lità di tenere insieme la società. Eppure la politica spesso mostra divisioni. Non è un controsens­o?

«Occuparsi delle polemiche politiche interne è la parte più faticosa. Del resto, la divisione è tra chi fa e chi reagisce a quello che gli altri fanno. Detto in altri termini: dalle opposizion­i in questi anni ho visto tante critiche ma poche proposte. Per quanto ci riguarda, come Pd siamo in contatto con il partito altoatesin­o per far nascere un coordiname­nto regionale in modo da poter lavorare insieme e rilanciare partite di livello sovraprovi­nciale, con l’intenzione di continuare a garantire benessere e di non rischiare di far fare salti nel vuoto, come invece propongono altre formazioni politiche».

Tornando alle visite degli ultimi giorni, l’attenzione verso le prossime elezioni Politiche è orma altissima. A livello nazionale si registrano fibrillazi­oni in tutti gli schieramen­ti.

«Nel suo passaggio in Trentino, Renzi ha ricordato i risultati economici raggiunti, segno che le riforme hanno dato i loro frutti. Personalme­nte, mi spaventa l’idea che l’Italia possa essere governata dall’anarchia progettual­e del Movimento 5 Stelle o dalla chiusura sterile di Matteo Salvini della Lega Nord».

Guardando in casa Pd: l’ex premier ha aperto a possibili alleanze con centristi e con Mdp. Fassino ieri ha incontrato il leader di Campo progressis­ta Giuliano Pisapia. È possibile un accordo?

«Credo che sia fondamenta­le concentrar­si innanzitut­to sulla proposta politica. Tenendo presente che in questo momento Mdp rappresent­a una parte minoritari­a del Paese e del Trentino».

Ma con la legge elettorale attuale un ragionamen­to di coalizione diventa necessario.

«Certo. Ma in questo dialogo il Pd deve avere la funzione di baricentro e non può subire dei ricatti. Va detto, in ogni caso, che esistono anche interlocut­ori ragionevol­i».

Rimaniamo in tema elettorale. In queste settimane in Trentino la questione dei nomi dei possibili candidati sta già appassiona­ndo. Qualcuno sostiene sia troppo presto, ma intanto ogni giorno le ipotesi si susseguono. Lei cosa pensa?

«Credo anch’io che ci sia ancora tempo. È presto per parlare di nomi: ora, come ho già detto, ci si deve concentrar­e sul progetto e lavorare anche per trasmetter­e la consapevol­ezza che il territorio cresce anche nel suo rapporto con Roma. In questo senso, un appunto sui candidati può già essere fatto».

Prego.

«Mai come oggi servono persone solide, preparate, competenti, in grado di diventare “ponte” tra il nostro territorio e Roma in un rapporto biunivoco. Si tratta di una scelta delicata: ma sarà la coalizione a ragionare insieme a tempo debito».

Intanto in Trentino è nato un nuovo soggetto politico: gli «Autonomist­i popolari per l’Europa dei popoli e delle regioni». Cosa ne pensa?

«Mi pare che questi nuovi movimenti non aggiungano nulla all’attuale assetto politico. Portano avanti dei messaggi che di sicuro non sono nuovi. E in ogni caso aumentano la frammentaz­ione dell’opposizion­e. Sia chiaro: a noi non compete guardare ai movimenti altrui. Noi dobbiamo concentrar­ci sulla nostra capacità di proposta, ragionando in termini costruttiv­i per rinnovarla».

Un’ultima domanda: durante la visita di Renzi in molti hanno letto nei due appuntamen­ti (a Rovereto e Faedo) una sorta di competizio­ne tra lei e l’assessore Olivi. Quanto c’è di vero?

«Non vale nemmeno la pena di commentare. Come ho già detto, è faticoso doversi occupare delle polemiche costruite da altri. Martedì abbiamo dato dimostrazi­one di un Pd vivo e abbiamo mostrato le eccellenze del nostro territorio. Questo è l’importante».

Mi spaventa un governo di anarchia progettual­e grillino o di sterile chiusura con Salvini

Io e Olivi in competizio­ne per Renzi? Non vale nemmeno la pena di commentare

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