Artigiani, la Provincia promette sgravi e credito
Nel 2017 le imprese calano solo dello 0,4%, mentre negli anni della crisi sono diminuite da 11.000 a 9.600 Per Segatta ieri la prima assemblea da presidente. Stretta sul credito, la Provincia pronta a intervenire
Prima assemblea dell’associazioni Artigiani «targata» Segatta, con uno stile più sobrio apprezzato sia dal Trentino che da Roma. Il presidente lancia un messaggio positivo: quasi ferma del tutto l’emorragia di imprese causata dalla crisi. Quest’anno c’è un calo fisiologico dello 0,4% e i cedolini paga crescono del 3,6%, il che significa più posti di lavoro. Il nodo ora è la stretta sul credito, per cui la Provincia ha promesso di convocare le banche e di potenziare i Confidi. Rossi annuncia l’allargamento degli sgravi Imis anche alle zone industriali.
PERGINE L’associazione Artigiani vede la ripresa, comunicando che si è quasi del tutto fermata l’emorragia di imprese generata dalla crisi. Il dato è stato comunicato dal presidente Marco Segatta nell’assemblea di ieri: il calo di aziende nel 2017 sul 2016 è stato solo dello 0,4%. Inoltre via Brennero chiuderà l’anno con un incremento di cedolini paga del 3,6%, il che significa più personale impiegato. Il guaio ora è che manca il sostegno del credito, come attestato l’altro ieri dalla Banca d’Italia. Tema su cui la Provincia ha deciso di impegnarsi, convocando a stretto giro le banche e inoltre potenziando le capacità d’intervento diretto dei consorzi di garanzia fidi.
Nel corso della sezione privata, Segatta, al suo primo appuntamento assembleare da presidente, ha riconosciuto che «si vede il cambiamento» dello stato di salute del tessuto economico, anche se la ripresa non è ancora omogenea. In particolare ci sono ancora difficoltà nell’edilizia, anche se qualcosa si sta muovendo. Un problema è che «manca visione di prospettiva di quello che può succedere — spiega l’imprenditore —, non c’è certezza dei lavori, viviamo lunghe attese e partenze veloci. Bisognerebbe ritrovare un equilibrio». Certo, non si può pretendere di lasciarsi alle spalle facilmente una decina d’anni di crisi economica. In passato le aziende iscritte erano oltre 11.000 e adesso oscillano intorno all 9.600. Ma l’emorragia si è quasi del tutto fermata.
Il bilancio consolidato dell’associazione Artigiani chiuderà (previsione 2017) con un aumento del valore della produzione dello 0,78%, poco sotto i 20 milioni di euro. Il costo del lavoro è calato dell’1% (meno 100.000 euro) e si chiude con un utile di circa 400.000 euro, in crescita del 28% sull’anno precedente. Un altro dato che attesta un certo ritorno di serenità è l’aumento del 2,7% del recupero della morosità delle quote associative. In proeuropeo. spettiva l’associazione prevede un intervento sul personale, avviando «qualche prepensionamento».
La questione del credito alle Pmi sta emergendo con forza crescente. Ne aveva parlato lo stesso Segatta due settimane fa al Corriere del Trentino, dicendo «ora che ripartiamo le banche non ci tolgano la benzina». Bankitalia l’altro ieri ha comprovato la distanza che sta aumentando fra le province di Trento e Bolzano: il credito cooperativo, tradizionale punto di riferimento per gli impieghi chiesti dalle piccole imprese, in Trentino eroga il 3,7% in meno (a giugno 2017 su base annua), mentre alle grandi aumenta i prestiti (+1,3%) così come alle famiglie (+2,7%). Colpa dei rating bassi delle Pmi, che rappresentano il 24,8% di crediti deteriorati e il 12% di sofferenze. A Bolzano le Raiffeisen riescono ancora a prestare, perché le piccole realtà hanno performance migliori e perché in generale la crisi ha infiacchito molto di meno l’intero tessuto economico. La chiusura dei rubinetti, a differenza degli anni recenti, arriva soprattutto dalle nuove regole imposte agli istituti bancari dal regolatore Tutti sono d’accordo sull’esistenza del problema. Il presidente nazionale di Confartigianato Giorgio Merletti riporta di averne parlato con l’Abi: «Ci dicono che è il cavallo che non beve, ma non è vero. E poi noi abbiamo l’abitudine di restituire i soldi. Altri non so». Il vicepresidente provinciale Alessandro Olivi ha riconosciuto: «Qui c’è un problema. Dobbiamo mettere attorno a un tavolo tutti, banche comprese. Credo siano loro a prestare di meno, non tanto le imprese che non chiedono». Il governatore Ugo Rossi aggiunge: «Vedremo con gli istituti e con la stessa Banca d’Italia le modalità per aumentare la fiducia». Una risposta può essere il credito non bancario: al momento Confidi trentino imprese può erogare direttamente al massimo 100.000 euro, gli Artigiani hanno chiesto in Finanziaria di arrivare a 250.000 (va ricordato che gran parte delle risorse sono pubbliche). Olivi apre: «Vediamo se si può rinforzare il credito disintermediato». Però arriva l’appello a Cooperfidi: «Serve una sola centrale rischi».
Piazza Dante intende alzare il limite degli affidamenti diretti dei consorzi di garanzia