Corriere del Trentino

Presepi e cultura?

- TRENTO

Arrivano i presepi in Russia. «La Regione attribuisc­e particolar­e importanza alla realizzazi­one di iniziative finalizzat­e a rafforzare il senso di appartenen­za tramite l’agevolazio­ne della conoscenza della cultura del proprio territorio». Frase bellissima, da spendere sui social ma che se letta con calma e attenzione non vuol dire assolutame­nte nulla. Fuffa.

Innanzi tutto mi si spieghi come «il senso di appartenen­za» si realizzi a Mosca, a meno che lì non viva una comunità trentine e gardenese di almeno migliaia di fuoriuscit­i. A parte i componenti dello staff e della delegazion­e, operativi e rappresent­ativi, quanti sono i diretti interessat­i locali che andranno a vedere i presepi portando testimonia­nza di una giustament­e legittima e orgogliosa appartenen­za alla terra di origine.

Passiamo all’«agevolazio­ne della conoscenza della cultura». Conoscenza di chi? Nostra o loro? I presepi soprattutt­o altoatesin­i, ma anche i nostri fiemmesi sono noti da sempre, ma sono una minima parte della cultura di quelle località. E come se a Mosca facessero una mostra di soli pupi siciliani. Sarebbe

una parziale esposizion­e della storia, della cultura, delle tradizioni siciliane. I presepi non sono soli nostri, ma universali.

La domanda sorge spontanea si voleva fare propaganda

culturale o marketing turistico? Se fosse il secondo caso, siccome non è né incostituz­ionale né peccaminos­o fare azioni commercial­i, si prega di voler chiamare la trasferta per quello che è. Non ammantiamo

di cultura quello che ha uno scopo più realistico e concreto. Apertura verso i mercati, non tout court verso l’esterno. E così va benissimo.

Spendere 53.000 euro per legittimar­e un’iniziativa della Regione, che altrimenti si sa ben poco cosa faccia, per agevolare le Provincie nel loro budget, può essere anche strategia, ma i cittadini devono essere informati correttame­nte.

Rita Grisenti,

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