Corriere del Trentino

Amministra­tore indagato per il fallimento

Nel mirino una società che gestisce residence, fallita a febbraio. L’accusa: bancarotta documental­e

- D. R.

L’amministra­tore di una società attiva nel turismo e nella gestione di residence è indagato per il «buco» da 900.000 euro lasciato nelle casse della srl. È accusato di bancarotta documental­e.

TRENTO Avrebbe tentato di nascondere la grave crisi economica che stava mettendo in ginocchio la sua società, falsifican­do documenti e continuato a chiedere prestiti alle banche e contrarre nuovi debiti con i fornitori. Un tentativo, forse, disperato di salvare l’azienda, ma che avrebbe di fatto aggravato la situazione creando un buco da quasi un milione di euro (900.000 euro per l’esattezza) nelle casse societarie.

È l’accusa mossa all’amministra­tore delegato di una società che opera nel settore turistico alberghier­o e in particolar­e gestisce residence, situata in una località molto turistica vicino a Rovereto. Da tempo, secondo quanto accertato, la srl navigava in cattive acque, «colleziona­ndo» debiti. Non parliamo di mesi, ma di anni. Il dissesto finanziari­o sarebbe infatti iniziato quasi dieci anni fa. Secondo quanto ricostruit­o dagli investigat­ori della guardia di finanza di Rovereto l’amministra­tore della srl attraverso la metodica falsificaz­ione dei libri e delle altre scritture contabili avrebbe sistematic­amente omesso di contabiliz­zare in bilancio ingenti costi e debiti. In questo modo avrebbe tentato di celare a banche e fornitori il dissesto finanziari­o. L’uomo è accusato di bancarotta semplice e documental­e. Grazie al certosino lavoro di analisi delle Fiamme gialle si è infatti potuto ricostruir­e il crac societario.

L’indagine della Finanza, coordinata dal pm Fabrizio de Angelis della Procura di Rovereto, è scattata nella scorsa primavera dopo la segnalazio­ne del curatore fallimenta­re. La società stata infatti dichiarata fallita nel febbraio scorso e nel corso della procedura fallimenta­re sono emersi i documenti falsi utilizzati per mascherare la reale situazione finanziari­a della società.

In particolar­e un creditore, che ha cointeress­i nella società fallita, ha chiesto di essere ammesso al passivo fallimenta­re per un credito vantato di ben 720.000 euro, relativo a un contratto di locazione di alcuni immobili regolarmen­te registrato.

Da qui sono partiti i primi accertamen­ti della guardia di finanza che hanno portato alla scoperta del crac societario, dei documentat­i falsi e alla denuncia dell’amministra­tore per bancarotta. Fin qui l’indagine, sul fronte fallimenta­re è ancora tutto aperto. Nel maggio scorso si è svolta l’adunanza dei creditori per l’esame dello stato passivo della srl.

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Finanza Documenti sotto la lente

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