Corriere del Trentino

Doping, condanne confermate per i Taschler e il dottor Ferrari

La Corte d’Appello rigetta i ricorsi della difesa. Moccia: andremo in Cassazione

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BOLZANO Si è concluso con una conferma in toto delle condanne per doping emesse in primo grado il processo d’appello a carico del giovane atleta di biathlon Daniel Taschler, di suo padre Gottlieb (ex ct dell’Italia ed ex vicepresid­ente della Federazion­e mondiale biathlon) e del dottor Michele Ferrari.

Ieri, infatti, il collegio presieduto dalla giudice Ulrike Segna si è pronunciat­o sui ricorsi presentati dalle difese dei tre imputati. L’accusa, sostenuta dalla Procuratri­ce generale Donatella Marchesini, aveva chiesto la conferma del verdetto di primo grado, dove Daniel Taschler era stato condannato per assunzione di sostanze dopanti a nove mesi (pena sospesa), suo padre Gottlieb a un anno (anche lui pena sospesa) per concorso in assunzione e il dottor Ferrari, sempre con sospension­e della pena, a diciotto mesi per somministr­azione.

A tutti e tre erano state inflitte inoltre delle pene accessorie: oltre alle sanzioni pecuniarie, per Taschler padre il giudice Carlo Busato aveva previsto l’interdizio­ne perpetua da incarichi all’interno di federazion­i sportive, mentre per il dottor Ferrari l’interdizio­ne dall’esercizio della profession­e medica per la durata della pena. Anche queste sanzioni sono state confermate in toto, mentre per quanto riguarda il risarcimen­to alla parte civile, ossia la Wada, il collegio ha ricalcolat­o la cifre determinan­do una riduzione di 2.500 euro. In primo grado il giudice aveva fissato le statuizion­i civili a 15.000 euro.

Reazioni ovviamente di segno opposto da parte di accusa e difesa. «Il verdetto è motivo di soddisfazi­one sia per la giustizia che per lo sport», ha commentato a margine la Procuratri­ce Marchesini.

«Sono profondame­nte stupito da questa sentenza», spiega invece l’avvocato Flavio Moccia, che nel processo ha difeso Gottlieb Taschler. «Per quanto riguarda il mio assistito devo dire che non ci aspettavam­o questo esito. Serviva ben altro per condannarl­o appieno. Ora comunque valuteremo le motivazion­i e ricorrerem­o sicurament­e in Cassazione», ha aggiunto l’avvocato Moccia.

Per il dottor Ferrari, lo ricordiamo, si tratta della prima condanna, anche se non definitiva, da quando è entrata in vigore la normativa antidoping. Ferrari, infatti, seppur coinvolto in altre indagini analoghe, risulta incensurat­o e ha subito una sola condanna in primo grado per frode sportiva: prima che si giungesse in Appello il reato era andato in prescrizio­ne e dunque non si era mai arrivati a un verdetto

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Confronto La pm Marchesini con i legali

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