Corriere del Trentino

Di Blasi, da Rovereto al «Firenze Archeofilm» «Ma la residenza resta nella città della Quercia»

L’ex direttore della rassegna del cinema archeologi­co: «Hanno preferito la portavoce di Marino»

- di Massimilia­no Boschi

Dario Di Blasi sarà il direttore artistico della prima edizione del «Firenze Archeofilm-Festival internazio­nale del cinema di archeologi­a arte e ambiente» che si terrà dal 14 al 18 marzo nel capoluogo toscano. Una «festival diffuso» che avrà il suo centro a Firenze ma che troverà più ampia diffusione nella rassegne che «Archeologi­a Viva» organizzer­à a Aquileia, Agrigento, Ravenna, Pesaro e Torino. Di Blasi costretto a lasciare la «Rassegna del cinema archeologi­co di Rovereto» ha dunque moltiplica­to per sei la sua attività. Saranno contenti i 46 intellettu­ali che a marzo avevano firmato una lettera aperta per scongiurar­e l’allontanam­ento di Di Blasi dal festival roveretano. Il diretto interessat­o, però, si limita a godersi la soddisfazi­one personale mitigata da un pizzico di amaro in bocca causato dalle modalità del suo allontanam­ento da un festival a cui aveva dedicato anni di lavoro appassiona­to: «La motivazion­e con cui la Fondazione Museo Civico mi ha chiesto di farmi da parte — spiega — mi ha colto di sorpresa per la tempistica, la modalità e non l’ho ancora ben compresa. Credo che si potrebbe fare un uso più corretto delle istituzion­i».

Partiamo dalla tempistica.

«Non avrei avuto granché da eccepire se, appena terminato il festival dell’anno passato, mi avessero chiesto di modificarn­e la formula, nonostante il successo. Il cambiament­o, invece, mi è stato comunicato negli ultimi giorni del dicembre 2016 mentre stavo già lavorando all’edizione successiva. Ma, soprattutt­o, pensavo che trent’anni di attività ed esperienza mi avessero messo nella condizione di poter discutere le modalità della transizion­e».

Per l’edizione 2017 è stato trovato un compromess­o?

«Sì, a dimostrazi­one di quanto le accuse di non aver favorito il ricambio siano totalmente infondate. Tutte le persone che hanno collaborat­o con me in questi anni hanno ricevuto da me ogni tipo di in- formazione e consiglio. Purtroppo, la direzione del museo le impegnava su decine di altri fronti. Diversi assessori alla cultura di Rovereto possono testimonia­re delle mie proposte di creare un’associazio­ne di amici della Rassegna attingendo dal pubblico della manifestaz­ione, per garantire la collaboraz­ione di persone curiose e motivate che avrebbero potuto concretame­nte partecipar­e alla gestione della stessa. Proposte sempre osteggiate e rifiuta- te da chi dirigeva il museo».

Cosa è accaduto?

«Credo vi siano due possibili ipotesi: che volessero ridimensio­nare la rassegna, ma ufficialme­nte nessuno ha preso questa posizione, o che esistesse la necessita di liberarsi di alcune persone per poterne collocare di più gradite. Chi mi ha sostituito è una giornalist­a che è stata portavoce di Ignazio Marino, forse si pensa di lasciare più spazio alla promozione che ai contenuti».

Come è nato il nuovo «Firenze Archeofilm»?

«Lo sponsor, Archeologi­a Viva, è lo stesso che sponsorizz­ava il festival di Rovereto di cui, per altro, si sarebbe fatta interament­e carico. Da quanto ne so, però, non hanno ottenuto risposta. Hanno, quindi, pensato a qualcosa di alternativ­o e più diffuso. Io inizierò a lavorarci a partire dal 2018 perché il mio contratto con la Fondazione Museo Civico di Rovereto prevede che non faccia loro concorrenz­a fino alla fine del 2017. Ma l’anno prossimo non mancherò di dare il mio contributo anche a Tourisma, Fiera del turismo archeologi­co di Firenze».

Con Rovereto ha chiuso ogni rapporto?

«Per ora non cambierò la mia residenza roveretana e continuo a mantenere un rapporto storico con il Museo Civico. Vorrei mantenerlo anche in futuro, non voglio venga rovinato da chi lo sta amministra­ndo negli ultimi tempi».

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