Corriere del Trentino

Coscia ammalia il pubblico bolzanino del Carambolag­e con atmosfere d’altri tempi

- Massimilia­no Boschi

Il pubblico che ha affollato il Carambolag­e si è immerso in atmosfere e stili d’altri tempi grazie ad un irripetibi­le concerto di Gianni Coscia. L’86enne fisarmonic­ista piemontese ha suonato musiche di Gorni Kramer e Duke Ellington, valzer e canzonette, camminando sul filo del libro La misteriosa fiamma della regina Loana di Umberto Eco. Coscia, infatti, non solo è un amico di infanzia del semiologo piemontese, ma è anche uno dei protagonis­ti del romanzo citato di cui ha svelato numerosi retroscena. Non si dovrebbe mai giocare con i nomi o i cognomi, troppo facile, ma Coscia è riuscito in un’impresa straordina­ria: ha portato a Bolzano l’eco («tutto ciò che l’orecchio sente per riflession­e, dopo averlo udito direttamen­te») del suo amico Umberto. Il tutto condito da battute fulminanti e giochi musicali coltissimi e popolariss­imi, tra cui una «Vedova allegra» musicata «in triste» («Anche se una vedova triste è un ossimoro!») e tanghi definiti come «La rappresent­anza verticale di un desiderio orizzontal­e». Musiche e interprete che un tredicenne Eco aveva precocemen­te definito così: «Musico assorto e chino, mondi nuovi disveli di silenzi. Dolce incarnarsi di fantasmi in suoni, vanir di questi cauti nel ricordo un modulare che si perde lieve, un batter d’ali lento che scompare».

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