Bentivoglio affronta le difficili banlieue «Un testo per me»
Bentivoglio tra Rovereto e Bolzano per la pièce di Placido
L’ora di ricevimento, che andrà in scena martedì e mercoledì al Teatro Zandonai di Rovereto e da giovedì fino a domenica 10 dicembre al Teatro comunale di Bolzano, descrive il tormento di un insegnante di Lettere di una scuola media della banlieue di Tolosa. I pensieri e le debolezze di un uomo di mezza età indurito da anni di frustrante lavoro che fatica a trovare le giuste parole per rapportarsi con i suoi allievi, figli di immigrati nordafricani, arabi, polacchi o indiani. Questo lo spinge al disincanto e a un allontanamento faticoso e sofferente.
Il testo, scritto da Stefano Massini, scatena, essenzialmente, due inevitabili riflessioni: «È uno spettacolo che non si può perdere» e «È un personaggio che sembra pensato e immaginato per Fabrizio Bentivoglio». Quest’ultimo si mostra sostanzialmente d’accordo: «Ho pensato la stessa cosa. Non ho potuto fare a meno di interpretarlo, sembrava davvero scritto per me, avevo previsto altri impegni ma li ho rimandati». Difficile pensare ad un altro interprete. Ma perché?
«Non lo so, personalmente, sulla scorta della lettura del testo, ho pensato di doverlo fare. Non solo per una questione di generazione, il protagonista ha all’incirca la mia età, ma per i contenuti».
Motivi irrazionali fanno pensare a «La giusta distanza», film di Carlo Mazzacurati in cui interpretava il mentore di un giovane giornalista. «In quel film si ragionava sulla
giusta distanza tra maestro e allievo, ma nello spettacolo di Massini la situazione è sensibilmente diversa. Ne L’ora di ricevimento si descrive la difficoltà di far convivere mondi molto diversi tra loro e la difficoltà di tramandare i propri insegnamenti alle giovani generazioni». Riflette su temi importanti e attuali: l’incapacità di trovare
terreni comuni con l’altro, con lo straniero e con i giovani e l’impossibilità di definirsi. Il pubblico come reagisce?
«Positivamente, ormai abbiamo toccato le 140 repliche e spesso ci troviamo a confrontarci su argomenti di vita vissuta che ci riguardano da vicino su cui ognuno di noi avrebbe qualcosa da dire. Anche se poi si finisce per delegare le decisioni al G8 o a istituzioni simili».
Sua moglie Silvia Pippia è nata a Bressanone. Che rapporti ha con l’Alto Adige?
«Avendo sposato un’altoatesina sono affettivamente legato a certi posti, a Millan ancor più che a Bressanone. Ma so anche che può essere una prigione dorata, tutto dipende da chi ci vive e come. Si interpreta quello che si vede in base ai propri sogni, certi luoghi possono andare bene per un giorno, per un mese o per tutta la vita. Personalmente, però, sono uno zingaro per natura professionale. Mi sento un apolide non sono legato nemmeno alla città di Milano in cui sono nato».
La regia de L’ora di ricevimento è di Michele Placido, sul palco, insieme a Bentivoglio: Francesco Bolo Rossini, Giordano Agrusta, Arianna Ancarani, Carolina Balucani, Rabii Brahim, Vittoria Corallo, Andrea Iarlori, Balkissa Maiga, Giulia Zeetti e Marouane Zott.
Avendo sposato un’altoatesina sono legato alla vostra provincia Ma i posti sono le proiezioni di noi: io per lavoro sono e rimarrò un apolide