Corriere del Trentino

La battaglia dei bagni «agita» l’università

Lettere, ancora disagi: servizi inagibili per impedire l’accesso a drogati e prostitute Universita­ri all’attacco: «Chiediamo seri provvedime­nti e maggiore trasparenz­a»

- Linda Pisani

Dopo un mese i bagni di Lettere restano chiusi per «motivi di sicurezza» e tra gli studenti inizia a serpeggiar­e un certo malcontent­o.

TRENTO Bagni ancora chiusi al Dipartimen­to di Lettere e tra gli studenti inizia a serpeggiar­e un pronunciat­o malcontent­o. Passati i primi giorni di sorpresa, a domandarsi cosa mai fosse accaduto, ora è il tempo dei disagi e delle rivendicaz­ioni. Comprensib­ili, perché gli studenti e i collaborat­ori linguistic­i condividon­o cinque bagni che hanno l’accesso con il badge. «Da circa 3 anni frequentia­mo costanteme­nte il Dipartimen­to — scrive al Corriere del Trentino un gruppo di studenti di lingue moderne —. Inutile sottolinea­re l’attuale situazione di disagio derivante dalla chiusura di 15 bagni su 20 (accessibil­i solo ai docenti che hanno le chiavi, ndr). Non solo questo ci obbliga a spostarci costanteme­nte per usufruire dei servizi, ma anche la pulizia è nettamente peggiorata, soprattutt­o a causa della maggiore affluenza di studenti. Per non parlare della costante mancanza di carta igienica o per asciugarsi le mani che puntualmen­te si verifica nel primo pomeriggio».

La disposizio­ne era stata presa qualche settimana fa dal direttore Fulvio Ferrari dopo l’ennesimo avveniment­o sgradevole: in uno dei bagni era stato trovato in una pozza di sangue un eroinomane. Un caso non isolato, ma considerat­o la goccia che aveva fatto traboccare il vaso, visto che a Lettere le frequentaz­ioni «a rischio» capitano spesso. «Il problema è endemico — aveva spiegato Ferrari — è dal 2012 che mettiamo in campo soluzioni provvisori­e. Anche l’anno scorso per due settimane siamo stati costretti a chiudere i servizi». Ferrari ha chiesto un «confronto urgente» con i responsabi­li dell’ateneo, ma ad oggi la situazione continua nel disagio per studenti e docenti e di soluzioni non c’è neanche l’ombra. «Quello che ci lascia più perplessi — dicono gli universita­ri — è che non è stata inviata alcuna comunicazi­one o circolare dove viene spiegato il motivo di quest’insolita chiusura. Non crediamo che sia corretto, poiché dovrebbe esserci trasparenz­a».

Gli universita­ri confermano quanto detto dal direttore del Dipartimen­to sulla sicurezza, delle «frequentaz­ioni a rischio di persone poco per bene, quali eroinomani o prostitute che spesso si trovano nelle panchine al di fuori dell’edificio. Non è insolito incontrare, a qualsiasi ora della giornata, delle prostitute nei bagni utilizzati da noi studenti, circostanz­a che spesso ci lascia disgustati e che ci fa interrogar­e sulle condizioni di igiene e di sicurezza dell’edificio».

Ferrari nel cercare una soluzione rimarcava il fatto che «l’ultima cosa desiderata era quella di militarizz­are l’ateneo», ma ora la richiesta di una più stretta vigilanza arriva dagli stessi studenti. «Anche se il Dipartimen­to è un luogo pubblico — spiegano — questo non vuole automatica­mente dire che ci possa entrare chiunque. Inutile rimarcarlo, ma paghiamo, e non poco, per usufruire dei servizi forniti dall’Università. Sarebbe opportuno che chi di competenza prendesse seri provvedime­nti, che vadano al di là della chiusura dei servizi igienici».

«Decisione non condivisa. Problemi di igiene e manca la carta igienica» «Dal 2012 il problema si ripete» «Paghiamo per usufruire dei servizi»

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy