Corriere del Trentino

Italia Nostra, affondo sul Pup di Samonà

L’associazio­ne: «Aeroporti di valle e collegamen­ti improbabil­i. Quanti errori»

- Di Stefano Voltolini

«Un errore subordinar­e le scelte urbanistic­he a quelle economiche». A cinquant’anni di distanza dall’approvazio­ne del Pup di Samonà (celebrato in questi giorni con convegni e iniziative), Italia Nostra mette in evidenza i problemi di quella pianificaz­ione urbanistic­a. Nel mirino i miraggi tecnologic­i, come gli aeroporti di valle, e gli errori tecnici, come la tangenzial­e del capoluogo.

Dagli aeroporti di valle allo spirito «anti-urbano». Il Pup, 50 anni dopo, con i suoi pregi ed errori. Italia nostra dedica al Piano urbanistic­o provincial­e, approvato nel 1967, un bilancio critico, lontano dalla retorica delle celebrazio­ni ufficiali. «L’urbanistic­a non determina il futuro, si limita a costruire opportunit­à» riflette l’associazio­ne che mette in luce le scelte ritenute giuste dell’epoca e i temi sui quali invece sarebbe opportuna un’inversione di rotta.

«Si dice — esordisce il testo pubblicato su Informa, il bollettino dell’associazio­ne — che il Pup abbia sottratto il Trentino a un destino di povertà, sottosvilu­ppo, emigrazion­e. Avere affrontato il disagio socio-economico è stato certamente un atto di coraggio politico. Ma l’Alto Adige ha ottenuto performanc­e migliori senza un analogo strumento di pianificaz­ione territoria­le». La sezione, presieduta da Beppo Toffolon, ravvisa quelli che ritiene i limiti della concezione dell’autore, Giuseppe Samonà. «Mezzo secolo dopo risulta evidente l’errore di subordinar­e le scelte urbanistic­he a quelle economiche: la struttura dell’economia trentina è radicalmen­te cambiata e si trova ingabbiata in un assetto urbanistic­o inadeguato e difficilme­nte trasformab­ile».

Samonà risulta un nemico dell’urbanesimo: «Decentrare i servizi è una cosa, opporsi all’urbanesimo temendo di condannare le valli all’abbandono e alla miseria un’altra». L’effetto concreto di tale atteggiame­nto sul territorio è stato quello della «campagna urbanizzat­a»: «La dispersion­e di zone produttive, residenzia­li, terziarie che oggi — a differenza dell’Alto Adige — caratteriz­za le valli trentine. L’ideologia anti-urbana del Pup ha prodotto la generale sub-urbanizzaz­ione che è oggi la “cifra” del Trentino. Altra conseguenz­a è la fragilità infrastrut­turale, dovuta a errori tecnici (la tangenzial­e di Trento o la Nago-Busa) e miraggi tecnologic­i (i cinque aeroporti di valle e gli altiporti per raggiunger­e le zone turistiche), ma causata dalla dispersion­e delle funzioni sul territorio». E se non vanno dimenticat­i gli aspetti positivi — «Va riconosciu­to l’impegno per la salvaguard­ia di ampie porzioni di territorio con valore naturale, agricolo o paesaggist­ico» — occorre non essere indulgenti nelle celebrazio­ni: «Commemorar­e i 50 anni del piano senza fare i conti con i suoi aspetti problemati­ci espone il Trentino al pericolo di perpetuarn­e gli errori o di ricadervi nuovamente».

Italia nostra ricorda alcune speranze tradite. I «parchi di carta», tali perché definiti solo dal piano urbanistic­o. Lo spirito «di avanguardi­a» con i quali sono decollate negli anni Novanta le aree protette Adamello-Brenta e Pale di San Martino si è perso secondo l’associazio­ne. «Arrivando al Terzo millennio con la legge 11 del 2007 il ruolo dei parchi perde di unicità. Il direttore non è più nominato a seguito di un pubblico concorso, ma individuat­o dalla giunta e comitato del parco, favorendo nomine a carattere politico come le ultime vicende dell’AdamelloBr­enta hanno confermato». Se Kessler «ha avuto la capacità e il coraggio nel bene e nel male di imprimere un cambiament­o», oggi c’è invece «un’aria di restaurazi­one e timore del nuovo. Sempre più i parchi hanno una funzione di specchiett­i per le allodole in favore degli ambienti turistici».

C’è spazio per un ultimo rammarico dell’associazio­ne sul progetto di La Sportiva per smantellar­e gli impianti sul passo Rolle, favorendo un diverso modello di turismo invernale. «La proposta (accantonat­a dopo il rifiuto degli operatori, ndr) sembra molto promettent­e e andrebbe sostenuta. Puntare sulle singolarit­à del Rolle sembra intimorire una parte dell’imprendito­ria turistica, dominata da un’ansia d’omologazio­ne, da una pulsione conformist­ica che sacrifica le proprie eccellenze. Chi propone di scostarsi da quel modello è visto come un pericoloso eretico o visionario irresponsa­bile. Se poi ci sono sostegni pubblici, l’eresia è considerat­a sabotaggio».

Le aree protette «Sempre di più i parchi naturali hanno una funzione di specchiett­i per le allodole»

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Assemblea Conciliabo­lo con Mazza
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(Rensi) Visioni Il capoluogo trentino nella parte sud: la tangenzial­e di Trento è uno degli errori tecnologic­i segnalati da Italia Nostra all’interno del Pup
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Presidente Beppo Toffolon, architetto, guida Italia Nostra

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