Corriere del Trentino

«Domani» svela gli obiettivi e scommette sul Pd «Rinnovare la classe dirigente»

- Margherita Montanari

TRENTO «Domani è uno spazio politico culturale partecipat­o e plurale, ben lontano dal considerar­si un comitato elettorale». È chiaro fin da principio Paolo Maccani, il presidente dell’associazio­ne nata dall’idea della consiglier­a comunale Elisabetta Bozzarelli e del più volte sottosegre­tario agli affari esteri Mario Raffaelli. Ma, benché fra i requisiti per l’accesso non sia incluso il tesseramen­to a un qualche partito, il richiamo ai dem è spiccato. Quasi la nascita di una «corrente». «Il nostro riferiment­o politico — dichiara Mario Raffaelli — è il Pd, attorno a cui crediamo vada ricostruit­o il sistema politico del futuro». E bastava guardarsi intorno, in occasione della presentazi­one dell’associazio­ne, per cogliere che l’interesse per il Pd è ricambiato. Tra le prime file della sala del cinema Astra sedevano Lucia Maestri e Violetta Plotegher, fresche della conquista della doppia preferenza, Luca Zeni e ancora Stefano Bosetti e Nicola Salvati, a testimonia­re la reciprocit­à partito-associazio­ne.

Colore politico a parte, il domani di «Domani», come spiega Bozzarelli, «sarà plasmato dal dibattito fra i cittadini, dall’impegno per un rinnovamen­to della classe dirigente e dall’elaborazio­ne di proposte su temi centrali come l’autonomia, la cooperazio­ne e il welfare». La consiglier­a non nasconde la volontà dell’associazio­ne di «contribuir­e attivament­e alla formazione dei prossimi governi in Trentino». Soprattutt­o sull’autonomia della provincia, spesso fraintesa e ritenuta subalterna a quella altoatesin­a, insiste Raffaelli: «Credo che il Trentino abbia vissuto la propria autonomia in maniera quasi parassitar­ia, come se le fosse stata concessa in adeguament­o all’Alto Adige. Questo ha portato i cittadini ad assumere un atteggiame­nto po- co propositiv­o nell’opera di valorizzaz­ione dello statuto». Prioritari­o, secondo Raffaelli, è proprio rivedere il rapporto con l’autonomia dei cugini bolzanini, un rapporto di collaboraz­ione da prevedere, in primis, a livello di statuto. «Trento e Bolzano — continua — hanno una storia in comune; e, se è stato possibile risolvere la vertenza sudtiroles­e, lo è stato è anche grazie ad una negoziazio­ne in cui le personalit­à trentine si sono dimostrate determinan­ti». Al Trentino, quindi, il dovere di non lasciarsi trainare, ma di raggiunger­e l’Alto Adige al posto del cocchiere. A «Domani» il compito di avvicinare la comunità alle redini.

Maccani «Spazio politicocu­lturale plurale»

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