«Mobbing, si possono registrare le conversazioni»
L’avvocato Baracetti: «Sul lavoro documentare tutti gli abusi». Giuliani: risorse in finanziaria
TRENTO Il mobbing è un fenomeno con ricadute gravissime sia in termini professionali che dal punto di vista della salute. In Italia sono circa 1,5 milioni le vittime, che salgono a 5 milioni se si considerano anche i familiari degli individui direttamente coinvolti. Un dato preoccupante, al quale si tenta di rispondere con iniziative volte all’informazione. In questa direzione si muove la Fidapa con il convegno tenutosi ieri presso la Camera di Commercio di Trento, durante il quale l’avvocato Alessandro Baracetti del Foro di Trento, giuslavorista ed esperto in diritto del lavoro, ha dato qualche prezioso consiglio: «La maggiore difficoltà è provare il mobbing in sede processuale. Se si è vittime di comportamento ostile sul luogo di lavoro è importante tenere un diario, raccogliere documenti scritti e consegne di lavoro. Si può arrivare alla registrazione delle conversazioni, a patto che l’interessato sia presente. Su tutto vince il diritto alla salute». Il mobbing, oltre alle note conseguenze sulla performance lavorativa che può portare anche alla richiesta di licenziamento di chi ne è vittima, ha infatti anche delle importanti ricadute sul piano della salute. Luana Di Gregorio, psicologa al Centro di salute mentale di Trento, ha ricordato come subire intimidazioni possa portare a sviluppare tachicardia, ansia generalizzata e forme di depressione anche grave che possono sfociare in manifestazioni psicosomatiche o addirittura nel suicidio. Per rispondere in ambito clinico a queste difficoltà è necessario in primo luogo educare alla consapevolezza del problema stesso, e in secondo luogo incrementare la resilienza per meglio rispondere alle aggressioni di cui si è vittima. Fondamentale è, in questo senso, la responsabilità aziendale condivisa: i colleghi della vittima devono sentirsi direttamente coinvolti e le figure di vertice del luogo di lavoro hanno l’ob- bligo di intervenire nel caso intercettino casi di mobbing. Il Trentino è un esempio virtuoso in Italia e fa parte delle cinque regioni che si sono dotate di una legge per contrastare il fenomeno, anche se manca ancora una legge nazionale. Il consigliere provinciale Luca Giuliani, promotore della legge provinciale, ha promesso: «Nell’ambito della nuova finanziaria stiamo valutando la possibilità di sovvenzioni per figure di coaching aziendali finalizzate la risoluzione dei conflitti sul luogo di lavoro».