Corriere del Trentino

Ioppi avverte «La sanità eviti sprechi»

- Mar. Mo.

Cogliere le nuove sfide che interessan­o la medicina, e trasformar­le in opportunit­à, significa contenere i potenziali rischi a cui sono esposti la salute e i diritti sanitari dell’individuo. Con la consapevol­ezza, però, che le risorse a disposizio­ne della sanità sono esauribili e pertanto non vanno sprecate. L’incontro moderato nei giorni scorsi da Marco Ioppi, da poco nominato per la seconda volta consecutiv­a presidente dell’Ordine dei medici, ha messo in luce le incertezze che attanaglia­no la sanità sotto diversi profili. Finanziari­o in primis. «Le risorse per le cure, anziché aumentare proporzion­almente alla crescente domanda, stanno via via scemando» hanno spiegato Roberta Cuel e Andrea Francescon­i, docenti di Economia. Un cerchio che si stringe a causa dei crescenti costi connessi all’innovazion­e in campo medico, fra medicinali e macchinari. Quando invece dovrebbe allargarsi in virtù del diritto alla cura. Consideraz­ione che ha portato il presidente dell’ordine ad augurarsi una sanità pubblica «sempre più accessibil­e a chi ha bisogno, e non a chi può permetters­elo». «La salute — ha continuato — è un bene da preservare. Pertanto, il sistema sanitario ha il dovere di evitare gli sprechi e orientarsi in direzione della prevenzion­e». Ma come agire in prevenzion­e, se i rischi sono invisibili e controvers­i? Ne ha parlato Emanuela Bozzini, docente di Sociologia che si occupa dei rischi dei fitofarmac­i. «I pericoli apportati dai pesticidi derivano da scelte degli esseri umani. Sarebbero quindi evitabili. Tuttavia, non essendo determinat­i da scelte individual­i e non essendo controllab­ili dal singolo, sono intrattabi­li dalla società». Di fronte a questa debolezza, sta al medico agire in prevenzion­e. Secondo Ioppi «il medico dovrebbe essere sentinella dell’ambiente, attivandos­i per limitare ciò che arreca danni alla salute». E l’uso dei pesticidi, che può causare l’insorgenza di tumori, è un pericolo percepito anche dai trentini: «L’88% si dice abbastanza-molto preoccupat­o», conclude la sociologa. Infine, Cinzia Picciocchi, del gruppo di biodiritto di Trento, ha parlato delle difficoltà della legge nell’interpreta­re di alcuni casi sanitari.

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