«Strategia blockfrei? Superata dai fatti»
Zeller avverte Achammer: di localismo si può anche morire, Pd e Forza Italia governeranno insieme Centrali idroelettriche, A22 e antimafia: il senatore Svp svela le trattative a margine della finanziaria
BOLZANO Nella finanziaria che regala le centrali idroelettriche alla Provincia c’è il suo zampino. Come in tutti i provvedimenti presi da questo governo quando si tratta di Alto Adige. In 22 anni n Parlamento, Karl Zeller si è guadagnato l’autorevolezza per poter parlare senza peli sulla lunga. E al suo Obmann Philipp Achammer dice chiaramente che la scelta blockfrei è sbagliata. E chi prenderà il suo posto da un consiglio: «Non occuparsi solo di Alto Adige».
Senatore, in questa finanziaria c’è una chiara impronta zelleriana...
«Sono in Parlamento da qualche anno. Qualcosa ho imparato. Comunque ho portato 22 emendamenti, tutti sono stati approvati. I 300 milioni di avanzo, le centrali, la concessione per A22. Era l’ultima finanziaria per me, quindi ho dato tutto quello che avevo. Poi Tonini, da presidente della commissione bilancio, ci ha dato un grande aiuto».
Notti bianche in commissione?
«Ho dormito in media tre ore. Siamo stati ogni notte fino alle 5 del mattino a discutere. Il nostro è un lavoro stressante, non lo possono fare tutti».
Il momento più difficile?
«Poco prima del mio intervento in aula mi hanno informato che la Ragioneria non aveva messo il bollino sull’emendamento per le centrali e che sarebbe stato ripresentato alla Camera. C’erano 60 tecnici ministeriali e per la maggioranza eravamo in tre. Noi autonomisti, l’Ncd e il Pd. Stavo quasi svenendo, ma alla fine il bollino è arrivato. Meno male, avevamo già fatto i comunicati stampa».
Ha fatto diventare Bolzano una città disagiata per i consiglieri di Stato...
«Le provocazioni grilline mi lasciano indifferente. Bastano due frasi per zittirli perché non sono preparati. Ribaltiamo la domanda: è giusto che un consigliere di Stato prenda meno di un giudice del Tar quando il consiglio di Stato rivede le sentenze del Tar? Stesso discorso per l’avvocatura: perché l’avvocato dello Stato dovrebbe guadagnare meno di quelli di Provincia e Comune?».
C’è la sua firma pure sulla questione contadini-antimafia...
«Abbiamo fatto togliere l’obbligo antimafia per i piccoli contadini. Non possiamo considerarli tutti mafiosi e riempirli di burocrazia».
Mentre lei trattava a Roma , a Bolzano l’Svp si dichiarava blockfrei. Che è successo?
«Non ero al partito e non saprei dire. Ho avuto da fare in Parlamento, ultimamente».
Però disapprova?
«Diciamo che questa presa di posizione non ci ha aiutato nelle trattative a Roma».
Lei è vice Obmann della Svp. Chiederà di mettere in discussione questa scelta?
«Mettiamola così. Bisogna valutare attentamente i pro e i contro e sono convinto che il nostro partito sia estremamente pragmatico e saprà decidere di conseguenza».
Ma ha senso legarsi a Renzi se quando il centrodestra rischia di vincere le elezioni e non c’è alcun premio di maggioranza?
«Non ha senso dichiararsi fuori da blocchi. È un concetto superato. Poteva andare bene quando c’era il bipolarismo, ma ora in Italia di blocchi ce ne sono tre. Due, ovvero il Pd e Forza Italia, potrebbero governare insieme. Che senso ha tirarsi fuori».
Chi critica l’accordo con il Pd dice che l’Svp deve occuparsi solo di Alto Adige. Non è questa la sua missione?
«Avere lo sguardo che si ferma a Salorno può diventare una malattia. E di localismo si può anche morire. Io in Parlamento mi occupo di tutto, è così che si ottiene credibilità. Sono intervenuto sul fisco, sulla riforma costituzionale. Non possiamo limitarci a chiedere cose per l’Alto Adige. Se non ce ne rendiamo conto rischiamo un risveglio amaro».
Strappare concessioni però le riesce piuttosto bene...
«Perché c’è la fiducia. Spesso le soluzioni proposte dal gruppo per le Autonomie vengono fatte proprie da tutta la maggioranza perché sono di buon senso. É così siamo diventati una componente importante della maggioranza. Ci hanno raggiunto i rappresentanti degli italiani all’estero, gli ex capi di stato e tutte le forze autonomiste. A marzo uscirà il mio libro sulla storia del gruppo per le autonomie. Dalla fondazione, avvenuto nel 2001 ad opera di Helga Thaler Ausserhofer, fino a oggi».
Proclamarsi fuori dai blocchi proprio ora non ha aiutato le trattative Questa, per me, era l’ultima legge di stabilità: ho dato il massimo