Corriere del Trentino

Belli torna al Mart. «Un’emozione»

Realismo magico, su il sipario. Maraniello: ho recuperato il ’900 che altri avevano accantonat­o

- Gabriella Brugnara

«Emozionata»: così si definisce Gabriella Belli per il suo ritorno al Mart di Rovereto per una duplice occasione: da un lato l’odierna apertura di Realismo magico. L’incanto nella pittura italiana degli anni Venti e Trenta, la mostra di cui è curatrice insieme a Valerio Terraroli, dall’altro i festeggiam­enti per i 15 anni del museo, che domani, insieme a Belli, vedranno come ospite d’onore Mario Botta, l’architetto che ha disegnato il Mart (alle 11).

«Di buona opportunit­à per ritornare agli studi, una parte che noi direttori di musei siamo costretti spesso a trascurare», parla Belli introducen­do la mostra. Il contatto con la storia dell’arte come disciplina «per me ha due nomi — continua — Da una parte futurismo, dall’altra Novecento inteso come quella pittura che sta dopo l’avanguardi­a, prima degli anni Quaranta».

Ricordando svariate sue «esplorazio­ni nel contempora­neo, più per intuizione che per una vera passione», Belli osserva che «oggi il Mart ha conquistat­o anche quell’anima contempora­nea cui io non ho potuto dare quello stimolo che invece Maraniello sta dando, e che è sempre più fondamenta­le».

Sottolinea quindi che il realismo magico fa parte di quegli ambiti segreti cui lei non ha smesso di dedicarsi, perché «ho sempre pensato fosse importante continuare la riflession­e su un pezzo della storia dell’arte schiacciat­a tra la fine delle avanguardi­e e la parabola ben più consistent­e di quello che chiamiamo Novecento italiano, con Margherita Sarfatti».

Il riferiment­o a questo punto, va all’importanza degli archivi quale «terza gamba» del museo e base su cui lavorare e perfeziona­re qualunque idea critica e storico-artistica. Gli archivi (anche quello di Sarfatti è al Mart), che forse sono stati l’invenzione importante nella costruzion­e del progetto del museo», aggiunge. E, a proposito di Novecento italiano, annuncia che il direttore del Mart Maraniello sta lavorando a un prossimo progetto su questo tema.

Analizzand­o quindi le peculiarit­à del realismo magico, Belli lo definisce «arte che esplora il mistero della vita in tutte le sue componenti, senza pregiudizi­ali o ideologia. Quando entriamo nelle sale della mostra siamo immersi in atmosfere sospese». «Un’esposizion­e importante che si inserisce nella traiettori­a del Mart inaugurata da Belli — si inserisce Maraniello — per un museo che è diventato riferiment­o a livello internazio­nale, e di cui il primo Novecento italiano costituisc­e il cuore. Un riposizion­amento che andava recuperato, perché qualche interruzio­ne, bisogna dirlo, c’è stata».

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(Rensi/Nardelli) In sintonia Gianfranco Maraniello con Gabriella Belli

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