Comunicato sindacale
Martedì 28 novembre si è tenuto, a Milano, un nuovo incontro tra i vertici di Rcs e le rappresentanze sindacali di alcune delle edizioni locali del
Corriere della Sera. In quella sede, è stato comunicato l’ennesimo rinvio di un piano editoriale che il sistema delle edizioni locali attende ormai da anni. Le redazioni di Trento e Bolzano hanno salutato con grande speranza l’acquisto da parte di Urbano Cairo del controllo di Rcs, convinte che la guida di un editore avrebbe finalmente messo fine alla navigazione a vista che aveva caratterizzato gli ultimi anni. Il nuovo approccio è stato quello atteso e l’apertura dell’edizione di Torino lascia ben sperare circa la rinnovata attenzione del Gruppo per l’informazione locale. Per i «dorsi» esistenti, però, non è cambiato ancora nulla. Anzi: ai vecchi problemi, se ne sono aggiunti altri e ormai le redazioni di Trento e Bolzano vivono in un clima di costante logoramento, con almeno quattro posizioni lavorative che vengono rinnovate, o sostituite, a scadenze di due, tre, o anche un solo mese.
Con ormai stancante puntualità, le decisioni circa i temporanei rinnovi, o nuove assunzioni a termine, vengono prese la sera prima della scadenza dei contratti, quando non a contratti scaduti, mostrando un sorprendente disinteresse per le elementari esigenze organizzative dei colleghi precari e per le esigenze di programmazione delle redazioni.
A dicembre 2016, ci fu comunicata la decisione di non procedere alla stabilizzazione nemmeno dei colleghi cui erano state date garanzie in questo senso. Vennero chiesti tre mesi per presentare un nuovo piano. A marzo, ne furono chiesti altri tre. A giugno, si chiese di attendere la fine dell’estate. A settembre fu la volta di ottobre, a ottobre quella di novembre. Ora ci viene chiesto di attendere altri quattro mesi. Questa volta, con un impegno formale dei vertici aziendali al tavolo seguito dalla Fnsi. A un anno e quattro mesi dall’insediamento della nuova compagine societaria del gruppo, riteniamo che l’azienda, per il bene stesso dei suoi prodotti editoriali, non possa procrastinare oltre quella data le stabilizzazioni necessarie per la sopravvivenza delle testate.