Corriere del Trentino

IL BRAVO DOCENTE LASCIA UN SEGNO

- Di Fabrizio Mattevi

Idati su abbandono e fallimenti scolastici registrano dei migliorame­nti a livello nazionale, ma la percentual­e del 15% rimane elevata, anche nel confronto con le medie europee. Questa realtà è diffusa anche in regione: gli ultimi dati ci dicono che a Trento lascia precocemen­te la scuola il 7,9% dei ragazzi contro l’11,1% di Bolzano. Insomma, il problema esiste ma risulta difficile da contrastar­e per i tanti fattori che lo determinan­o. Di certo il primo anno delle superiori rappresent­a una rilevante strozzatur­a, segnata da trasferime­nti e bocciature che coinvolgon­o uno studente su cinque. Pare quasi che al primo biennio della secondaria non sia ancora giunta la notizia che l’obbligo scolastico è stato innalzato a sedici anni e che è quindi prioritari­o proseguire l’azione della scuola media, attenta al coinvolgim­ento dell’alunno e al suo successo formativo. Collaboraz­ione e continuità tra secondaria di primo e secondo grado vanno dunque potenziate. Un auspicio da ribadire visto che le scuole medie hanno già avviato varie iniziative in vista delle prossime iscrizioni alle superiori.

Orientamen­to non significa guidare dall’alto un ragazzo, ma metterlo nelle condizione di poter scegliere ciò che è più funzionale alla sua crescita. Il biennio delle superiori dovrebbe essere allora il nucleo cruciale di un’autentica azione orientativ­a, protesa a promuovere i futuri percorsi anziché stroncarli. Non è l’indicazion­e burocratic­a di un indirizzo di studi, ma un colloquio prolungato all’interno della quotidiana relazione tra alunno e insegnante, entrambi impegnati a scoprire e far emergere attitudini, capacità, interessi, propension­i. Uno sforzo che dovrebbe coinvolger­e anche quegli allievi che vanno fisicament­e in classe ma di fatto sono assenti e lontani, dispersi in altri mondi.

Più degli incontri informativ­i e delle visite agli istituti superiori sono potenti le conseguenz­e di giudizi perentori buttati lì dai docenti senza pensarci: «Sei negato» in questa o quella disciplina, «Non ci riuscirai mai»,«Sei un disastro». Simili sentenze lasciano traccia e «orientano». All’opposto, e in modo complement­are, molti adulti sono riconoscen­ti verso uno o più insegnanti che hanno saputo aprire nuove prospettiv­e, suscitare passioni, infondere fiducia, apprezzand­o e valorizzan­do doti e talenti ancora inespressi. Insegnanti nel senso etimologic­o della parola: «in-signo», lascio un segno, compito essenziale della scuola e della società in generale.

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