«La Merano dei russi» I personaggi legati alla città
Il libro sarà presentato domani a villa Borodine
Ogni volta che dalla Russia si lanciano verso l’Italia segnali innovativi, ebbene viene coinvolta Merano. E quando, sulle rive del Passirio, si deve architettare qualcosa di nuovo sul piano dello scambio culturale, del turismo congressuale e del turismo tout court, si guarda ad Est. Verso i grandi territori (e le lussureggianti praterie intellettuali) del grande Paese di Rostropovich e di Tarkovskij. E di grandi scuole d’arte, musicali, di scrittura e di scienze.
Insomma, «la storia della comunità russa meranese è entrata a far parte della stessa storia di Merano», come annota il sindaco Paul Roesch nella prefazione di La Merano dei Russi, edito da Alpha Beta Verlag e curato da Bianca Marabini Zoeggeler, Rosanna Pruccoli e Michail Talalay.
Il volume in tre lingue — italiano, tedesco e russo, come il titolo — sarà presentato domani sera, alle 20.30, a villa Borodine di Merano (via Schaffer 23) e si propone come una guida ma non solo.
Avvertono i curatori che «i rapporti tra Merano, la città di cura alpina, e la Russia vantano una lunga storia: a Merano vivevano membri del casato dei Romanov, aristocratici e borghesi russi, artisti, scrittori, musicisti, medici vi esercitavano la loro professione, sacerdoti vi celebravano le funzioni, come testimoniano la Casa russa con la chiesa di San Nicola e diversi altri testimoni memorabili».
Bianca Marabini Zoeggeler aggiunge, come sempre sospesa tra passione e competenza: «Inizialmente furono soprattutto l’aristocrazia e l’alta borghesia a giungervi, per trascorrere qui la villeggiatura. La notizia che l’imperatrice Elisabetta d’Austria aveva trascorso due inverni
consecutivi a Merano si era sparsa in tutte le corti d’Europa, anche nella lontana Russia».
E ancora: «Ma già precedentemente erano arrivati a Merano anche numerosi personaggi del mondo intellettuale provenienti dalle terre russe e dalle provincie baltiche, come il poeta e scrittore Pëtr Vjazemskij, il botanico Andrej Beketov, docente alle Università di Char’kov e di San Pietroburgo e nonno del famoso scrittore simbolista Alekandr Blok, l’astronomo Otto Wilhelm von Struve, ricordato anche per l’osservazione dei satelliti di Urano e Saturno, di cui riuscì a misurare gli anelli, l’orafo Peter Carl Fabergé, che per la sua maestria divenne, insieme all’altrettanto abile fratello Agaton, “Gioielliere della Corona imperiale. Celeberrime anche le sue preziose uova di Pasqua, realizzate in oro e pietre preziose per la famiglia dello zar»..
Ma visitarono Merano anche lo storico e pubblicista Egor Berkholz, collaboratore della Biblioteca pubblica imperiale di San Pietroburgo, oltre allo storico, musicologo e musicista Vladimir Zabugin, che morì a Solda scalando un ghiacciaio e tanti altri ancora da scoprire.
Dietro (quasi) ogni angolo di Merano, c’è una suggestione russa. E il libro lo racconta con efficacia e levità.