Rubattu (Iccrea) «ChiantiBanca deve scegliere noi»
Intervista al direttore di Iccrea a poche ore dall’assemblea. «Noi abbiamo già superato i controlli Ue» «L’istituto può rimborsare il prestito da 20 milioni». «Bini Smaghi non presentò il nostro progetto al cda»
TRENTO Domani a Firenze è in programma l’assemblea di ChiantiBanca che probabilmente sancirà l’abbandono definitivo di Cassa centrale banca e l’adesione al gruppo di Iccrea. Il direttore della holding romana, Leonardo Rubattu, parla di un «ritorno» nel solco della tradizione e lancia qualche frecciata a Ccb.
«Una banca delle dimensioni di ChiantiBanca e con ambizioni crescita dovrebbe scegliere Iccrea soprattutto per la solidità e l’efficienza operativa: siamo abituati a navigare nel mare non facile della vigilanza europea e fino ad oggi lo abbiamo fatto piuttosto bene — dice il direttore — Nel 2014 abbiamo superato gli Aqr (asset quality review, ndr) e due stress test risultando quarti nella classifica delle banche italiane. Questa esperienza ci ha resi capaci di affrontare le sfide del futuro». Il secondo elemento, secondo Rubattu, «è la nostra capacità operativa, la competenza nel dare supporto ai processi di crescita: diversamente da Cassa centrale abbiamo una forte operatività sulle famiglie, le Pmi e le istituzioni».
Il terzo elemento di forza della Holding Iccrea, secondo il suo direttore generale, «è che siamo già strutturati come gruppo, quindi disponiamo di infrastrutture e strumenti molto avanzati per supportare le banche nostre associate». Rubattu respinge l’ipotesi che l’ingresso in Iccrea possa determinare esuberi di personale e bolla queste indiscrezioni come «strumentali: il nostro interesse è che le banche associate crescano, non che chiudano. Nei territori di riferimento le quote di mercato delle Bcc sono relativamente esigue e quindi c’è molto spazio per crescere: ma si cresce soltanto con il supporto giusto, con piattaforme, servizi e strumenti adeguati».
Rubattu conferma che Iccrea è pronta ad offrire i 20 milioni di euro necessari per subentrare a Cassa centrale nella sottoscrizione del prestito subordinato emesso da ChiantiBanca, laddove i soci decidano di cambiare strada: «Non è vero che il contratto non prevede la possibilità di estinzione anticipata, è vero invece che ChiantiBanca può rimborsare quel prestito in anticipo rispetto alla scadenza, con l’autorizzazione della Vigilanza». E gli ulteriori 20 milioni che Iccrea metterebbe sul piatto, bollati come «chiacchiere» dai fautori della soluzione trentina? «Oggi ChiantiBanca ha coefficienti patrimoniali positivi — dice Rubattu — però l’obiettivo è potenziare la banca e farla crescere: se avesse bisogno di ulteriori 20 milioni per rafforzarsi ed espandersi siamo disposti a darli».
Il direttore generale di Iccrea conclude esprimendo il suo «rammarico» per un episodio passato: «Ho avuto l’onore di essere ricevuto da Lorenzo Bini Smaghi quando era presidente di ChiantiBanca, tra l’altro non nel suo ufficio a San Casciano ma a Palazzo Strozzi, e gli ho presentato il piano industriale di Iccrea Holding. Mi risulta che il nostro progetto non sia mai stato presentato al cda e questo credo che non giochi a favore della trasparenza: anche altre banche che hanno visto il nostro progetto poi hanno scelto di aderire a Ccb, ma almeno lo hanno valutato, invece il nostro piano non è mai arrivato al board dell’istituto chiantigiano».