Confini di lingue
Poesia Con «Rancore mi cresce dentro» si riscopre Kaser Le opere dell’autore riflettono la complessità di una terra
Aquasi quarant’anni dalla morte del poeta Norbert Conrad Kaser con Rancore mi cresce dentro (« cura di Toni Colleselli. Edizioni Alpha Beta 2017) viene offerta, anche ai lettori di lingua italiana, un’antologia di poesia e prosa che è un avvicinamento ad un autore che, come sottolinea Lorenza Rega nella sua introduzione, «non solo non è stato dimenticato, ma è ancora d’interesse e che è una prova forte della vitalità e dell’importanza di nascere e vivere in una regione di confine, in cui la presenza di più lingue e culture che si ibridano tra loro è un arricchimento».Un autore particolare, che morto a soli trent’anni, ha, attraverso la sua scrittura espresso tutta l’amarezza e la difficoltà, le lacerazioni della sua e anche della nostra epoca.
Poesie e prose che sorprendono il lettore per la crudezza della lingua, ma anche per l’estrema cura e novità dei contenuti. Poesia e prose critiche di chi è vissuto in una terra dove la lingua è segno di appartenenza, ma anche di estraneazione. Estraneazione anche nella voluta grafia tutta in minuscolo, mentre la lingua tedesca usa le maiuscole per i nomi. Una scrittura che usa giochi di parole, assonanze, riferimenti a tradizioni locali e risonanze di cultura alta ed altra, come l’italiano lingua nella quale sono redatte direttamente alcune poesie.
Difficoltà quasi insormontabili da rendere in italiano, ma che vengono qui, nella traduzione di Menapace, rispettate, riprodotte, quando possibile anche nelle ripetizioni, nei suoni. Un esempio per tanti: ueber dem meer/in fuelle der mond/ die luft ein/schnitt am hals. Sopra il mare/ la luna in piena/ l’aria un/taglio alla gola.