«Università regionale, buona idea»
Bergmeister (Lub) sostiene il progetto di una federazione: «Ci crediamo, ateneo dell’Euregio»
BOLZANO Un’unica università regionale: Bolzano raccoglie la proposta di Trento. Mercoledì, in occasione della commemorazione a un anno di distanza dalla morte di Paolo Prodi (Corriere del Trentino di ieri), rettore dell’ateneo trentino dal 1972 al 1997, il suo successore, Paolo Collini, aveva dichiarato la sua intenzione di farsi carico della proposta di lanciare «una federazione tra atenei. Si tratta di una collaborazione che va ben oltre gli accordi bilaterali attualmente in vigore, con l’obiettivo da dare vita a un’università regionale». Da Bolzano la risposta non si è fatta attendere, con Konrad Bergmeister, presidente dell’ateneo, che accoglie l’invito proponendo però di rendere la collaborazione più «europea» rafforzando i rapporti con Innsbruck. Nel progetto di un ateneo regionale Bergmeister dichiara di «credere moltissimo. Del resto, negli ultimi cinque anni, passi importanti in tale direzione sono già stati fatti, con la firma, nel 2012, del primo accordo in Europa tra i Ministeri dell’istruzione italiano e austriaco per dare vita all’università dell’Euregio, battezzata «Bit» dal nome delle tre città coinvolte, ossia Bolzano, Innsbruck e Trento. Al 2013 risale invece l’accordo operativo che prevede la mobilità di studenti e professori e la collaborazione per lo sviluppo di corsi di laurea (ad oggi 4, ndr) e progetti di ricerca condivisi». Un’iniziativa che mobilita, attualmente, 20 docenti e 200 studenti e che fa sì che i tre rettori si riuniscano, ogni due mesi, per tenersi aggiornati sulle novità.
Da qui ai prossimi anni, nella prospettiva di Bergmeister, «la Bit potrebbe diventare un’unica piattaforma universitaria, a patto di riuscire ad abbattere le barriere amministrative. Prima fra tutte quella relativa ai tempi diversi previsti per i corsi di laurea magistrale in Italia e in Austria. Ad essa si aggiunge quella del diverso metodo di conteggio dei crediti formativi, anche fra Trento e Bolzano». Per i professori che terranno le proprie lezioni anche in atenei diversi da quello di appartenenza, «l’idea è di inserirle in una “banca dati” — spiega Bergmeister — che farà sì che un docente del secondo ateneo svolga lo stesso numero di ore didattiche nell’università del collega». Ulteriore ostacolo indicato dal presidente è quello rappresentato dal diverso importo delle tasse a carico degli studenti, «specie dal momento che in Austria, allo stato attuale, sono addirittura assenti».
Nell’appello lanciato da Collini, Bergmeister vede un «invito a una maggiore collaborazione, in modo da semplificare le procedure normative. Al momento, infatti, ogni corso di laurea “transfrontaliero” deve passare per la doppia approvazione dei Ministeri dei due Paesi, mentre l’obiettivo, con la federazione fra atenei, è quello di automatizzare la procedura».
Il presidente Dobbiamo abbattere, in primo luogo, le barriere amministrative e le differenze sulle tasse