Corriere del Trentino

La tenacia dello sport agonistico insegna a superare le fasi di crisi

- di Erica Ferro

La passione come «motore principale», sorretta da «tenacia, volontà e dedizione». Ma anche senso di responsabi­lità, capacità di non abbattersi di fronte ai primi ostacoli e di spendere tutte le energie per superare una situazione negativa. In altre parole, ciò che dello sport può essere declinato nella vita quotidiana in termini di insegnamen­ti. Perché «chi ha fatto bene nello sport agonistico — sostiene Bruna Rossi, ex olimpionic­a di tuffi e pluri-medagliata olimpica nel ruolo di psicologa, con squadre nazionali di diverse specialità — è riuscito a trovare nella vita strategie ad ampio raggio».

Era questa la tesi che l’ufficio strategie sportive dell’università di Trento intendeva dimostrare e per farlo ha chiamato quattro «pezzi da novanta», sportivi che hanno gonfiato il loro palmares sia da atleti che da allenatori: oltre a Rossi, Alessandro Campagna, l’allenatore del Settebello di pallanuoto, Francesco de Angelis, velista ed ex skipper di Luna Rossa e il guru del volley, Julio Velasco.

Per capire come il segreto del successo stia nella capacità di rialzarsi dalle sconfitte e di attingere proprio dalle esperienze negative lucidità e forza, a volte basta cambiare paradigma. Guardando, ad esempio, all’etimologia della parola crisi: «Deriva dal verbo greco “krino” — spiega Rossi — che indica la trebbiatur­a, quando il grano viene separato dalla crusca: si tratta, in senso figurato, di una scelta».

«Avere un’alternativ­a, tuttavia, è fondamenta­le» sostiene Campagna, che da giovane, costretto a un anno di inattività da un terribile infortunio, «tiene la mente occupata» e si diploma all’Isef, «gettando inconsciam­ente le basi per il mio futuro profession­ale». Anche l’analisi di una situazione negativa è importante, unita alla perseveran­za, alla pianificaz­ione e alla flessibili­tà: «Nella vela è molto difficile avere il controllo sull’ambiente, dal meteo al mezzo — sottolinea de Angelis — ma questo aiuta ad avere sempre un piano B: se ci si prepara al problema, questo non diventa l’emergenza». Velasco alla guida della nazionale maschile di volley ha perso l’Olimpiade di Atlanta per due palloni, ma il gruppo non è andato in crisi. «La sconfitta diventa crisi quando i comportame­nti sono fuori controllo perché subentra l’emotività» evidenzia. Ecco allora l’importanza di «circoscriv­ere la crisi e stabilire delle priorità». Poi, «spendere tutte le energie a disposizio­ne per risolvere una situazione negativa». Detto con Velasco: «Gli schiacciat­ori non parlano dell’alzata, la risolvono».

De Angelis «Nella vela è difficile controllar­e l’ambiente, occorre sempre avere un piano B»

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(Nardelli) Psicologia De Angelis, Campagna, Rossi, Velasco e Bouquet

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