La tenacia dello sport agonistico insegna a superare le fasi di crisi
La passione come «motore principale», sorretta da «tenacia, volontà e dedizione». Ma anche senso di responsabilità, capacità di non abbattersi di fronte ai primi ostacoli e di spendere tutte le energie per superare una situazione negativa. In altre parole, ciò che dello sport può essere declinato nella vita quotidiana in termini di insegnamenti. Perché «chi ha fatto bene nello sport agonistico — sostiene Bruna Rossi, ex olimpionica di tuffi e pluri-medagliata olimpica nel ruolo di psicologa, con squadre nazionali di diverse specialità — è riuscito a trovare nella vita strategie ad ampio raggio».
Era questa la tesi che l’ufficio strategie sportive dell’università di Trento intendeva dimostrare e per farlo ha chiamato quattro «pezzi da novanta», sportivi che hanno gonfiato il loro palmares sia da atleti che da allenatori: oltre a Rossi, Alessandro Campagna, l’allenatore del Settebello di pallanuoto, Francesco de Angelis, velista ed ex skipper di Luna Rossa e il guru del volley, Julio Velasco.
Per capire come il segreto del successo stia nella capacità di rialzarsi dalle sconfitte e di attingere proprio dalle esperienze negative lucidità e forza, a volte basta cambiare paradigma. Guardando, ad esempio, all’etimologia della parola crisi: «Deriva dal verbo greco “krino” — spiega Rossi — che indica la trebbiatura, quando il grano viene separato dalla crusca: si tratta, in senso figurato, di una scelta».
«Avere un’alternativa, tuttavia, è fondamentale» sostiene Campagna, che da giovane, costretto a un anno di inattività da un terribile infortunio, «tiene la mente occupata» e si diploma all’Isef, «gettando inconsciamente le basi per il mio futuro professionale». Anche l’analisi di una situazione negativa è importante, unita alla perseveranza, alla pianificazione e alla flessibilità: «Nella vela è molto difficile avere il controllo sull’ambiente, dal meteo al mezzo — sottolinea de Angelis — ma questo aiuta ad avere sempre un piano B: se ci si prepara al problema, questo non diventa l’emergenza». Velasco alla guida della nazionale maschile di volley ha perso l’Olimpiade di Atlanta per due palloni, ma il gruppo non è andato in crisi. «La sconfitta diventa crisi quando i comportamenti sono fuori controllo perché subentra l’emotività» evidenzia. Ecco allora l’importanza di «circoscrivere la crisi e stabilire delle priorità». Poi, «spendere tutte le energie a disposizione per risolvere una situazione negativa». Detto con Velasco: «Gli schiacciatori non parlano dell’alzata, la risolvono».
De Angelis «Nella vela è difficile controllare l’ambiente, occorre sempre avere un piano B»